
Secondo l’ultimo rapporto della Commissione di Garanzia, nel 2023, sono stati proclamati 1649 scioperi, dei quali 1129 effettuati: praticamente, 3 scioperi al giorno.
Ma come si arriva a questo numero monstre? Ieri, 9 ottobre 2024, Italia Oggi l’ha chiesto a Maurizio Sacconi, già ministro del lavoro, presidente dell’associazione Amici di Marco Biagi. Questo, anche in vista della nuova stagione di mobilitazione, con tanto di sciopero generale, indetta dalla Cgil per protestare contro il Governo e la prossima legge di bilancio.
“Il numero sproporzionato di scioperi si deve soprattutto a sigle poco rappresentative che cercano spazio attraverso il conflitto, soprattutto nei servizi di pubblica utilità”.
Secondo l’ex ministro, quindi, è necessaria una riforma: “Occorre un pò di coraggio ma anche la consapevolezza che i più sarebbero d’accordo.
Si rischia un autunno caldo? “Non ne vedo le condizioni di diffusa protesta sociale”. Ma di fronte agli scioperi preventivi proclamati dalla Cgil, Sacconi la mette così: “Siamo ancora una volta di fronte a uno sciopero politicizzato. Non hanno letto la legge di bilancio e non è a loro piaciuta. I contenuti sono del tutto ininfluenti, si tratta di una posizione pregiudiziale”.
Alla domanda poi se la partecipazione di piazza è ancora uno strumento di pressione politica, Sacconi ha risposto: “Non più perché, al di là della bassa partecipazione a questi scioperi, il loro carattere pregiudiziale non li rende espressione di un autentico malessere sociale: è solo un rito”.
Infine: il sindacato chiede più aumenti salariali, meno precarietà, una mobilitazione per la pace, di tutto un pò. Può essere l’azione sindacale il collante di un campo di opposizione che fa fatica a stare assieme? Risposta: “Mi faccia correggere: una parte dei sindacati: la Cisl e le altre confederazioni minori seguono altri percorsi per rappresentare i bisogni e le speranze del mondo del lavoro che rappresentano. Lei ha ragione sulla piattaforma di Cgil e Uil. Di tutto un pò perché non aspirano a negoziare nè ad essere influenti. Non credo tuttavia saranno il collante di una opposizione che può essere unita solo da un progetto di potere per il quale la fatica maggiore è la distribuzione di ruoli”.
Per Sacconi, tornando agli scioperi, “sarebbe dovere della Commissione di garanzia utilizzare tutti i poteri di cui già dispone per garantire la rarefazione oggettiva e soggettiva. Il governo Berlusconi, nel 2010, presentò un disegno di legge a tutela del diritto alla mobilità, ad esempio. Si ipotizzava la dichiarazione anticipata di adesione individuale allo sciopero così da rimuovere il danno prodotto dal solo annuncio. Conoscendo anticipatamente le adesioni, le società possono informare gli utenti con esattezza circa i vettori funzionanti. Nel caso poi dei sindacati minori, si sgonfia la loro minaccia di paralisi del trasporto”.
Se Sacconi trascura l'importanza della diversificazione sindacale - Il Mondo del Lavoro