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Sempre più uomini nelle professioni storicamente femminili: il gender gap si colma al contrario

Secondo una ricerca di Susini Group, il numero di maschi impiegati in professioni storicamente riservate alle donne è aumentato del 33% negli ultimi 10 anni

La parità di genere? Nel mondo del lavoro italiano, un po’ paradossalmente, si sta raggiungendo con gli uomini che invadono i settori tradizionalmente con una maggiore occupazione femminile. Oltre al settore infermieristico, per quasi l’80% costituito da donne ma ormai già da tempo caratterizzato da una forte presenza maschile, non mancano nemmeno babysitter, insegnanti elementari, estetisti e receptionist maschi.

Come mai? Le cause di questo fenomeno sono da riscontrarsi in più motivazioni.

Il superamento degli stereotipi di genere, la crescente richiesta di lavoro in determinati settori e politiche aziendali sempre più orientate alla parità hanno spalancato le porte a un numero sempre maggiore di uomini.

Secondo una ricerca di Susini Group stp, studio fiorentino che si occupa di consulenza del lavoro, si stima che il numero di uomini impiegati in professioni storicamente femminili sia aumentato del 33% negli ultimi dieci anni.

Oggi, oltre 420mila uomini in Italia lavorano in settori considerati tradizionalmente rosa, contribuendo per oltre 31 miliardi di euro al Pil del nostro Paese. Le 10 professioni femminili con più uomini addetti sono le seguenti: infermieristica, operatori nel settore della ristorazione, addetti alle vendite al dettaglio, assistenza sanitaria domiciliare, insegnamento nella scuola primaria, addetti alle pulizie, assistenti all’infanzia, assistenti sociali, segreteria e receptionist, parrucchieri ed estetisti.

“Se questa tendenza continuerà a crescere, potremmo assistere a un mercato del lavoro sempre più inclusivo, dove le barriere di genere saranno solo un ricordo del passato. Il futuro del lavoro sembra destinato a essere più equo e più bilanciato per tutti”, ha avuto modo di commentare Sandro Susini, fondatore di Susini Group stp. E non fa nulla se il gender gap si colma all’incontrario.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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