
Con le scuole chiuse, per migliaia di adolescenti è iniziato quel periodo dell’anno in cui si fanno le prime esperienze lavorative, i cosiddetti lavoretti. Spesso anche al servizio di un genitore, o comunque all’interno della famiglia. Ma quanto costa per un lavoretto la paghetta media italiana?
Lo ha calcolato un’indagine commissionata da Facile.it agli istituti di ricerca mUp Research e Norstat.
Ne è emerso, prima di tutto, che ottengono la paghetta in media 6 ragazzi su 10 di età compresa tra i 10 e i 18 anni. E che, come c’era da aspettarsi, al crescere dell’età, aumentano anche le percentuali elargite dai genitori. Suddividendo in fasce anagrafiche più ristrette, tra i 15-18enni, la percentuale supera il 70% della media mentre il valore scende al 51% per chi appartiene alla fascia 10-14 anni.
In ogni caso: la cifra concessa, in media, ai ragazzini più grandi (tra i 15 e i 18) ogni mese è di 70 euro.
Ma i teenagers italiani come utilizzano le loro paghette? Di solito, per le loro piccole spese, naturalmente. Anche se c’è da dire che, nella maggior parte dei casi, la scheda del telefono è a carico dei genitori/datori di lavoro: extra paghetta.
Sta di fatto che la percentuale dei ragazzi che batte cassa una volta a settimana è del 67,5%. Ma, quando le spese sono basse, la ricerca sottolinea anche che gli adolescenti mettono da parte con una capacità di risparmio sempre mirata a un acquisto nonché molto meticolosa.
E pensare che solo il 50% di chi oggi è genitore riceveva al suo tempo la paghetta. Con una grande differenza tra chi la riceveva in lire e chi già in euro: nel primo caso, si prendevano in media 26 mila lire, circa la metà di chi invece la prendeva in euro (30): sarà stata l’inflazione.