
Inutile lamentarsi dello stress al lavoro: è una strategia che non paga. Mettere in mostra un livello di stress elevato, soprattutto se con il fine intimo di rivelare l’importanza della propria figura professionale nell’organizzazione,sarebbe controproducente. E non solo per chi ci ascolta occasionalmente, ma anche per il team nel quale si opera.
A dirlo è una ricerca apparsa su Personnel Psychology condotta dagli esperti del Terry College of Business dell’Università della Georgia e rivela come chi parla spesso e volentieri dello stress che accumula al lavoro, invece di ottenere comprensione e riconoscimento del ruolo, verrebbe visto come meno competente e comunque meno attraente sul fronte della simpatia dai colleghi.
L’indagine si è svolta in due parti. Un primo sondaggio ha esaminato le dichiarazioni di colleghi immaginari appena tornati da un convegno, con i partecipanti che dovevano giudicare questo partner lavorativo immaginario ragionando sulla sua simpatia, sulla competenza e sulle loro tendenze ad aiutarlo sul lavoro.
L’avatar creato su misura, tornando dall’incontro, si è presentato raccontando di un’ulteriore esperienza che ha aggiunto stress al tanto, troppo che il lavoro imponeva. Ebbene: la percezione che ha ottento è che è risultato meno simpatico e meno competente rispetto a chi invece, a parità di lavoro stressante, ha parlato del valore dell’evento cui ha preso parte.
Insomma, il risultato è chiaro: “Le persone si fanno del male amplificando il peso e pensando che le farà apparire migliori agli occhi dei colleghi”.
Ma non solo: c’è un ulteriore aspetto da tenere presente: avere vicini colleghi che si vantano dello stress creerebbe una sorta di “epidemia” psicologica, con la percezione da parte di chi li ascolta di livelli più elevati di stress personale. Insomma. si aumenta solo il rischio di creare un effetto a catena, con contagio da una persona all’altra.