Lasciamo da parte per una volta cifre, numeri, analisi e prospettive.
E pure scacanovismo, workaholism, e varie sindromi di dipendenza dal lavoro.
Il Capodanno appena trascorso è stato per molti una data come tante. Lo racconta la prima copertina dell’anno del New Yorker, che ritrae una donna al computer, quando tutto intorno è festa, in tuta e calzettoni, con un monitor acceso ed un gatto a farle compagnia.
Una freelance alle prese con un mercato altamente competitivo, sotto pressione costante per raggiungere risultati, per rispettare scadenze, per mantenere la produttività, senza più un confine tra lavoro e vita.
La cover è divenuta in breve tempo virale, sui social e sui mass media. A disegnarla, è stata un’artista italiana, Bianca Bagnarelli, illustratrice e fumettista che, ai redattori del prestigioso magazine americano, ha confidato di lavorare spesso durante le feste: “All’inizio pensi di sfruttare ritagli di tempo, di momenti in cui il resto del mondo si ferma. Poi però ti ricordi che ti stai perdendo una festa, e viene un po’ di malinconia”.
Classe 1988, Bianca si trasforma nel simbolo di una generazione, i Millenials, la cui vita è scandita da impegno e sacrificio, nell’eterna lotta per accaparrarsi il tempo, la risorsa più preziosa.
La deadline diventa così un confine oltre il quale c’è il rischio di smarrirsi.
E di scivolare su una buccia di banana, come quella che riempie la tazza vuota in questa iconica prima pagina che apre il 2024.
Buon anno a tutti