Considerando solo l’Intelligenza artificiale, dei 22 milioni di lavoratori italiani ben 15 sono esposti in misura media o elevata al suo sviluppo: di questi 6 sono sostituibili. Ad essere più a rischio sono i lavoratori nei servizi ad alto valore aggiunto, a partire dalla finanza, altamente istruiti, più concentrati nel Nord del Paese e con contratti stabili, rispetto a chi svolge mansioni di basso livello, legate all’ospitalità, alla cura, all’agricoltura, ai trasporti, per fare alcuni esempi.
Chimica, farmaceutica, metalmeccanica, tessile, alimentare, credito e assicurazioni si stanno preparando al cambiamento costruendo i nuovi ruoli tanto attraverso specifiche assunzioni quanto attraverso la formazione, con collaborazioni sempre più estese con tutti i soggetti.
Tra i più coinvolti nella transizione digitale, ma anche ecologica, ci sono sicuramente i bancari, il cui mestiere travolto dai fattori Esg entrati a tutti gli effetti nei prodotti e nell’organizzazione e dalle abitudini della clientela, così come dalle molteplici app attraverso cui le persone gestiscono sempre più la loro relazione con gli istituti di credito. Questo ha portato a una contrazione degli sportelli (passati da 34.169 del 2008 a 20.162 a fine giugno, secondo i dati Abi) che riguarda non solo il nostro Paese, ma tutta l’Europa.
Tutto questo accade mentre l’omnicanalità è in costante crescita e cambia profondamente l’approccio al denaro fisico della clientela. Questo ha generato un profondo cambiamento del lavoro dei bancari e l’avvio di riorganizzazioni. Secondo quanto emerge dai primi accordi sindacali siglati in UniCredit e Intesa Sanpaolo, a guidarle sono due elementi. Il primo è la formazione su cui stanno puntando tutti gli istituti allargando la platea di chi viene riqualificato, al punto che secondo i dati Abi già il 99,5% dei bancari è inserito in percorsi di formazione e si arriverà al 100%.
Il secondo elemento è il ricambio generazionale e quindi le assunzioni per fare entrare nuove competenze. Dietro la filiale virtuale sta crescendo una nuova generazione di bancari nativi digitali, fatta di profili tecnologici, spesso ingegneri e informatici, esperti in cyber security, solution architect, data scientist, software engineer e functional analyst per progettare sistemi, software, servizi e prodotti sempre più all’interno degli istituti, ma anche per garantire la sicurezza della banca nello smartphone e delle filiali fisiche: in media una nuova assunzione su cinque nel settore avviene in questo ambito.