
Vivere da soli in un bilocale, nelle principali città italiane, è diventato insostenibile per molte persone. A Milano, per esempio, lo stipendio medio netto è di 2.003 euro al mese, ma l’affitto per un bilocale da 50 metri quadri costa in media 1.180 euro. Significa destinare oltre il 58% del proprio stipendio solo per l’alloggio. A Firenze si guadagnano in media 1.643 euro, ma l’affitto arriva a 1.085 euro. Anche a Roma, dove lo stipendio medio è di 1.751 euro, il costo medio di un bilocale si aggira sui 935 euro, ben al di sopra del limite raccomandato del 30% dello stipendio.
Esistono alcune regole generalmente usate per valutare se un affitto è sostenibile. Una è, appunto, la cosiddetta “regola del 30%”, secondo cui non si dovrebbe destinare più di un terzo del proprio stipendio netto all’affitto. Un’altra, diffusa nel mercato immobiliare, suggerisce che l’affitto mensile non dovrebbe superare un quarantesimo del proprio reddito netto annuo. In Italia, però, queste soglie vengono spesso superate: secondo un’analisi di Immobiliare.it e Lexplain, a Milano i single arrivano a spendere oltre il 50% dello stipendio per l’affitto, a Firenze il 48%, a Bologna il 43%.
Secondo un’analisi di Moneyfarm, una persona che vive da sola in Italia spende in media quasi 2.000 euro al mese, considerando anche spese alimentari, trasporti, utenze, svago e salute. La casa, da sola, incide per circa il 44% del totale.
Rispettare la regola del 30% è sempre più difficile, e chi vuole vivere da solo deve spesso fare compromessi: optare per un monolocale, condividere l’appartamento o spostarsi in periferia.