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Il dramma dei silenti Enasarco, Armeni (Conf. SELP): “Un’ingiustizia che non possiamo ignorare”

Settecentomila persone senza il diritto alla pensione integrativa

Settecentomila persone. Uomini e donne che hanno lavorato con dedizione, contribuendo all’economia del Paese e versando obbligatoriamente contributi all’Enasarco, ma che oggi si trovano privati di un diritto fondamentale: una pensione integrativa. Se tutti questi lavoratori abitassero nella stessa città, sarebbe la quinta più popolosa d’Italia. Eppure, per la politica, per le istituzioni e per troppi attori del sistema, sembrano non esistere.

La vicenda dei cosiddetti “silenti Enasarco” è una delle più gravi ingiustizie previdenziali che il nostro Paese abbia visto.

L’obbligo di versamento contributivo a Enasarco per agenti e rappresentanti di commercio si è trasformato in un vicolo cieco: chi non ha raggiunto il requisito di venti anni di contribuzione non ha diritto a nulla. Nulla. Non una pensione, non una rendita, non una restituzione di quanto versato. Solo silenzio e oblio.

Come denunciato da Federcontribuenti e da Conf.Pmi Italia, la recente modifica che riduce l’anzianità minima contributiva a cinque anni per ottenere una rendita contributiva non ha fatto giustizia, ma ha aggiunto beffa al danno: chi ha iniziato a versare prima del 2012 è stato escluso dalla misura, rimanendo ancora una volta senza alcuna tutela.
Questo non è accettabile. Non possiamo assistere inerti a un sistema che, anziché tutelare i lavoratori, li abbandona al loro destino.

Sostengo con forza la battaglia di questi lavoratori e mi unisco come ConfSELP e condivido quanto dichiarato da Federcontribuenti e Conf.Pmi Italia nel recente articolo contenente le loro dichiarazioni a tal proposito. Mi unisco al coro di chi chiede trasparenza, equità e rispetto per chi ha dato tanto al Paese. La Fondazione Enasarco non può continuare a disattendere i principi di giustizia previdenziale e deve adeguarsi alle normative vigenti in materia.

Chi ha lavorato e ha versato contributi ha diritto a una pensione, o quantomeno a una restituzione del proprio denaro. Nessuno deve essere lasciato indietro, e su questa battaglia non si può arretrare di un passo.

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Segretario Generale Confederazione SELP

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