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La rivalutazione delle pensioni nel conguaglio di dicembre

Una misura essenziale per mantenere l'adeguatezza degli assegni in un contesto di inflazione

Il 16 novembre 2023, l’INPS ha dato il via ufficiale al processo di conguaglio delle pensioni, annunciando il pagamento degli arretrati fino a mille euro insieme alle pensioni di dicembre. Questa operazione segue il messaggio 4050/2023 del 15 novembre, in cui viene dichiarato il completamento delle operazioni per il recupero della mancata perequazione del 2022, fornendo dettagli sugli importi spettanti.

Il conguaglio coinvolge un totale di 21 milioni di prestazioni, calcolate su tutte le mensilità del 2023, compresa la tredicesima, la quale si rivaluta dell’8,1% rispetto all’anno precedente. Importante notare che gli arretrati superiori a mille euro saranno corrisposti solo a gennaio.

La tabella INPS offre i valori definitivi per il 2023, categorizzati per fasce di reddito, fornendo dettagli sull’indice di perequazione spettante e sugli importi totali dei trattamenti erogati. Fasce di garanzia vengono applicate quando il risultato ottenuto è inferiore al limite della fascia precedente perequato.

Le pensioni del 2023 sono già state rivalutate con un indice provvisorio dell’7,3%, ma la variazione percentuale definitiva rispetto al 2022 è dell’8,1%, determinando un aumento dell’0,8%, il quale varia a seconda della fascia di reddito pensionistico.

Le aliquote di perequazione differiscono in base alla fascia di reddito pensionistico:
Fino a 4 volte il minimo: rivalutazione completa dell’0,8%
Da 4 a 5 volte il minimo: rivalutazione all’85%
Da 5 a 6 volte il minimo: rivalutazione del 53%
Da 6 a 8 volte il minimo: rivalutazione del 47%
Da 8 a 10 volte il minimo: rivalutazione del 37%
Oltre 10 volte il minimo: rivalutazione del 32%

Per comprendere l’effettivo aumento, è possibile fare riferimento a esempi pratici, considerando l’importo della pensione di dicembre 2022 e applicando le percentuali di rivalutazione.

In un’azione preventiva contro gli effetti negativi dell’inflazione, il Governo ha anticipato il conguaglio a dicembre anziché a gennaio, come di consueto. Il Decreto Fiscale collegato alla Manovra (decreto legge 145/2023) ha stabilito che l’accredito avverrà con le pensioni di dicembre 2023, arricchendo il cedolino con il recupero anticipato della mancata indicizzazione definitiva dei trattamenti 2023 rispetto all’inflazione del 2022.

La rivalutazione definitiva del 2023 sarà applicata fino a gennaio 2024, quando le pensioni si rivaluteranno in base all’inflazione provvisoria del 2023, secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2024. L’indice Istat di perequazione per il 2024 sarà comunicato a breve.

L’indicizzazione delle pensioni è un meccanismo di rivalutazione basato su indicatori stabiliti dall’Istat, concepito per compensare l’aumento del costo della vita. Questo conguaglio si applica annualmente, e l’anticipo a dicembre rappresenta una misura per contrastare gli effetti inflazionistici e sostenere il potere di acquisto dei pensionati.

In conclusione, il conguaglio pensioni a dicembre si configura come una misura essenziale per mantenere l’adeguatezza degli assegni pensionistici in un contesto di inflazione. Gli incrementi, affiancati alla tredicesima e quattordicesima, contribuiscono a garantire la stabilità economica dei pensionati, anticipando il recupero delle perdite dovute all’inflazione…forse.

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Segretario Generale Confederazione SELP

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