
Sono oltre 6.100 i lavoratori che la conclusione positiva di una procedura di composizione negoziata ha consentito di salvare dal licenziamento per chiusura dell’azienda. È quanto emerso in un convegno di Unioncamere dedicato alla nuova procedura stragiudiziale introdotta due anni fa per consentire il risanamento delle imprese in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario prima del precipizio dell’insolvenza.
Sinora, sono 1.037 le domande arrivate alle Camere di commercio. Di queste, oltre 535 sono ancora in corso di gestione, mentre le 502 domande ormai chiuse fanno registrare esiti favorevoli per il 19% dei casi con 96 imprese risanate. Questo risultato si deve soprattutto a una vera e propria accelerazione sperimentata negli ultimi nove mesi, in cui oltre una procedura su 4 si è chiusa con esito favorevole.
Quanto ai riflessi sulla tutela occupazionale, nel complesso, si tratta di circa 6.100 addetti, dei quali 3.200 già acquisiti con le 83 procedure concluse e ulteriori 3 mila occupati in 13 aziende che proprio in questi giorni stanno formalizzando la procedura di risanamento.
Ma non solo: c’è da dire che, a questo risultato, si aggiunge, a cascata, l’effetto positivo per la catena dei fornitori e per tutte le aziende dell’indotto e della filiera produttiva.
Per il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, mentre è in preparazione per la fine dell’anno un nuovo intervento normativo del ministero della Giustizia sulla legislazione della crisi d’impresa, “potrebbe essere utile intervenire con alcune nuove misure dirette sia a rafforzare la conoscenza dello strumento presso imprese e professionisti sia a semplificare l’iter procedurale, ma soprattutto a migliorare la forza negoziale di questo strumento nei confronti dei creditori pubblici come fisco ed enti previdenziali oltre che delle banche”.
La maggior parte delle 96 chiusure favorevoli si registra per le società di capitali (circa l’87%): in particolare, le srl rappresentano il 65% delle imprese mentre le spa il 22%. Il settore economico che ha presentato maggiori esiti favorevoli nella composizione negoziata è quello delle attività manifatturiere (28%), seguito dal commercio all’ingrosso e al dettaglio (23%) e dalle costruzioni (12%).