L’Italia conta circa 1 milione di lavoratori nel settore agricolo. Ma quest’ultimo è in piena fase di ammodernamento, tant’è che sempre più si parla di agricoltura 4.0 con tanto di robot contadini che possono valere un raccolto di 2 miliardi per la nostra economia e, soprattutto, in prospettiva, un aumento di possibilità occupazionali. Questo, a patto di ben indirizzare una tecnologia che sta apportando una vera e propria rivoluzione, con macchine di ultima generazione capaci di individuare le piante infestanti ed estirparle, droni capaci di scovare anomalie e attacchi parassitari, centraline meteo capaci di rilevare anche l’umidità del terreno e la distribuzione dell’acqua, sensori capaci di guidare la distribuzione dei fertilizzanti, attrezzature per la cosiddetta agricoltura di precisione, trattori a guida autonoma. La nuova tecnologia, poi, serve sempre più a combattere anche le situazioni d’emergenza. E tutto questo fa sì che si debba prendere in considerazione uno scenario del tutto nuovo, confermato anche dai dati Coldiretti secondo cui il 65% degli investimenti fatti nel settore nel 2022 è stato destinato a macchinari hi-tech, con una spesa che ha superato i 2 miliardi. E’ stato calcolato che, in 5 anni, le aree agricole coltivate con strumenti tecnologicamente avanzati sono raddoppiate e oggi superano il milione di ettari. Dato confermato da un rapporto di Studi Divulga secondo il quale ormai ben una impresa agricola giovanile su tre oggi applica tecniche di agricoltura 4.0. Una scelta doverosa e che si avverte imprescindibile anche per contrastare i cambiamenti climatici: i dispositivi hi-tech collegati al cloud possono leggere i dati in tempo reale e intervenire anche da remoto in maniera tempestiva per preservare raccolti e coltivazioni. Grazie all’agricoltura 4.0, poi, il settore può beneficiare anche di nuove tecniche di cura delle piante, allontanando i parassiti che coi cambiamenti climatici si sono moltiplicati. E anche del lavoro automatizzato nei campi: Oz, ad esempio, è uno dei robot capaci di coprire fino a un ettaro e mezzo di superficie prendendosene cura a una velocità di 2 chilometri all’ora. In più, c’è la filiera dell’agro-fotovoltaico che promette molto bene: un sistema (che il Pnrr incoraggia) per produrre energia elettrica solare sui terreni agricoli senza occupare tutta la superficie essendo sospesi sulle piante e fungendo anche da regolatore di temperatura. Per Coldiretti è uno scenario auspicabile, ma su cui bisogna investire. A cominciare dal garantire Internet veloce anche nelle nostre campagne.
Agricoltura 4.0, un settore su cui vale la pena investire
Dai droni ai pannelli solari: l'alta tecnologia rivoluziona un settore all'insegna di Internet