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Cosa vogliono fare da grandi i ragazzi di oggi?

Lo ha indagato l’Osservatorio “Giovani e Professioni” realizzato da Skuola.net in collaborazione con Autostrade per l’Italia: interpellando 2.500 studenti delle scuole secondarie superiori, si evince un ritorno di fiamma verso i mestieri tecnico-pratici

Cosa vogliono fare da grandi i nostri ragazzi? Anche quest’anno, ha cercato di scoprirlo l’Osservatorio “Giovani e Professioni” di Skuola.netAutostrade per l’Italia interpellando 2.500 studenti delle scuole secondarie superiori.

Il risultato è presto detto: le nuove generazioni stanno rivalutando i mestieri manuali, soprattutto se sono ad alta specializzazione.

Questo vale soprattutto per la componente maschile, dove oltre un terzo (35%) sta pensando di intraprendere uno di questi percorsi. Il che porta, parallelamente, al crollo di alcuni stereotipi: oggi, solo 1 su 5, ad esempio, pensa che con il diploma di liceo si debba per forza fare l’università.

Più nello specifico, alle scuole superiori, 1 studente su 4 sta vagliando la possibilità, per il suo futuro, di scegliere un lavoro tecnico-pratico. Considerando la sola componente maschile, si sale a 1 su 3. E c’è da notare che il dato è in crescita rispetto a un’analoga rilevazione svolta esattamente un anno fa, quando i giovani propensi a intraprendere questi mestieri si fermavano al 19%.

In più: l’industria digitale ed elettronica, il comparto chimico-farmaceutico e il settore alberghiero e della ristorazione sono gli ambiti più attrattivi per le ragazze. I ragazzi, invece, puntano soprattutto al comparto dell’industria dei mezzi di trasporto, oltre che sul digitale e sulla ricettività turistica.

Solo 1 alunno delle superiori su 5, infine, crede che con il diploma liceale ci si debba necessariamente laureare per svolgere poi un lavoro teorico, scartando a priori un lavoro tecnico-pratico: un pregiudizio che un anno fa riguardava 1 studente su 3.

Fatto sta che i mestieri tecnico-pratici che ricominciano a guadagnare consensi tra le nuove generazioni costituiscono un’ottima notizia visto che il mondo del lavoro italiano fatica costantemente a trovare figure preparate a svolgerli. Potremmo, dunque, essere di fronte a una svolta. Anche perché, parallelamente, perdono forza alcuni stereotipi. Ad esempio, calano dal 19% al 14% coloro che scartano le professioni pratiche per congetture legate al loro status socio-economico: per questi, non sarebbero mestieri adatti al proprio genere oppure al riconoscimento sociale atteso dal contesto di riferimento o dai genitori stessi.

Allo stesso modo, come accennato, si indebolisce un altro grande preconcetto: ormai solo 1 studente su 5 considera quasi “obbligatorio” per un liceale intraprendere una professione più teorica, dopo essersi laureato; mentre dodici mesi fa erano 1 su 3.

Insomma, da questi segnali si intravede forse uno spiraglio per poter ricucire la differenza tra domanda (del mercato del lavoro) e offerta (di competenze dei giovani), magari attraverso percorsi di formazione professionalizzanti e specifici post-diploma, come giustamente ritiene il 57% degli intervistati.

Ma quali sono i settori che attirano quel 51% di studenti delle superiori che non dicono “no” a una professione tecnico-pratica? Quasi la metà degli uomini concentra le sue preferenze in un podio che vede il comparto della mobilità – automobilistica, ferroviaria, aeronautica – al primo posto, seguito dall’industria digitale ed elettronica e dal settore dei servizi alberghieri e della ristorazione. Invece, praticamente la metà delle donne si divide in quote paritetiche, nell’ordine, tra il comparto del digitale e dell’elettronica, quello alimentare, chimico e farmaceutico e quello dei servizi alberghieri e della ristorazione. Guadagna preferenze anche uno dei settori strategici per lo sviluppo del Paese, pur risultando ancora meno gettonato: il 6% degli uomini e l’8% delle donne prenderebbe in considerazione un impiego nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture.

“I mestieri tecnico-pratici possono rappresentare una risposta alle principali istanze di quanti, all’interno della generazione zeta, si proiettano verso il mondo del lavoro – sottolinea Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – Questo, visto che, in base ai dati emersi dall’Osservatorio “Giovani e Professioni”, i tre aspetti più importanti richiesti a una posizione lavorativa, per loro, sono una buona retribuzione, un sufficiente bilanciamento tra vita privata e lavorativa e alti standard di sicurezza sul lavoro. Proprio quello che, grazie all’evoluzione del mercato occupazionale e delle tecnologie, le professioni tecniche-pratiche riescono a offrire più che in passato”.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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