
Più che fare una legge sul salario minimo, il Governo Meloni ha intenzione di agire a favore dei lavoratori poveri con un pacchetto di misure che vuole presentare a settembre. Il cantiere, a tal proposito, è già aperto e spazia dall’ampliamento della contrattazione collettiva all’intervento contro i cosiddetti contratti pirata. Ma il pilastro principale su cui Giorgia Meloni vuole costruire un nuovo Decreto Lavoro prevede la detassazione totale o, quantomeno, un regime agevolato per gli aumenti retributivi frutto di rinnovi contrattuali, a cominciare da quelli relativi agli straordinari.
L’obiettivo dell’Esecutivo è di sostenere le retribuzioni dei lavoratori il cui potere d’acquisto è eroso dall’inflazione cogliendo contemporaneamente due risultati: quello di sbloccare anche una parte delle trattative per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali scaduti ormai da anni e quello di rompere il fronte sindacale perché la Cisl non è affatto convinta della bontà del salario minimo.
D’altra parte, sempre da Palazzo Chigi, si fa filtrare che si tratterebbe anche di una misura in continuità non solo con il taglio del cuneo fiscale operato in manovra lo scorso anno, ma anche con il dimezzamento della cedolare secca sui premi di risultato già introdotta.
Sul tavolo del Governo, in ogni caso, rimangono anche altre opzioni: dall’incentivazione della contrattazione di secondo livello all’introduzione di un salario minimo limitato ai soli settori dove non c’è la contrattazione collettiva e alla estensione del welfare aziendale anche alle imprese più piccole, fino a un intervento sul fronte della rappresentatività delle organizzazioni sindacali per archiviare la stagione dei contratti pirati. Su tutti questi temi, si preannuncia un autunno caldo.