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Lavoro, produttività di nuovo in calo

I dati segnano un -2,5%, ma in legge di Bilancio ci sono cinque punti per invertire il trend

Il vero problema della nostra economia rimane, anche in quest’inizio del 2025, la produttività del lavoro. Essa, infatti, risulta per l’Istat in forte diminuzione nel 2023 (-2,5%). Il dato viene fuori come risultato di un incremento delle ore lavorate più intenso di quello del valore aggiunto (rispettivamente +2,7% e +0,2%).

Eppure, c’è da dire che la dinamica negativa della produttività segue un lungo periodo di crescita, seppur lenta (+0,5% in media negli anni 2014-2023). Nell’intero periodo 1995-2023 la produttività del lavoro ha registrato una crescita media annua dello 0,4%, derivante da un incremento medio del valore aggiunto pari allo 0,9% e delle ore lavorate pari a
+0,5%.

Tra il 2009 e il 2014 la produttività del lavoro è cresciuta dell’1%, per effetto di una riduzione delle ore lavorate (-1,2%) più ampia di quella del valore aggiunto (-0,3%). Nel periodo più recente, 2014-2023, la dinamica positiva del valore aggiunto e delle ore lavorate, con incrementi medi rispettivamente di +1,7% e di +1,2%, ha determinato un effetto di crescita della produttività del lavoro media del periodo dello 0,5%.

Sta di fatto che per cercare di migliorare, proprio sul versante produttività, il governo ha inserito in legge di Bilancio cinque i punti ad hoc: il primo riguarda i premi di produttività; il secondo la locazione esentasse ai dipendenti; il terzo il fringe benefit; il quarto la sicurezza sul lavoro e il quinto il trattamento integrativo. Cinque misure per invertire il segno.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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