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Sos giovani, la percentuale di chi rifiuta di lavorare per 1200 euro al mese e gli incentivi del Governo

Un sondaggio di YouTrend rivela l'alto numero di insoddisfatti delle condizioni contrattuali. E l'esecutivo mette in campo altri bonus

Una bella fetta di giovani tra i 18 e i 34 anni si dice disposto a non accettare un lavoro manuale a tempo pieno da 1200 euro netti al mese. Nel nome di un contratto full time, non tutti sono disposti ad accettare uno stipendio che, secondo loro, non corrisponde all’impegno richiesto. E’ il dato che emerge da un sondaggio Quorum/YouTrend condotto la scorsa settimana per Sky Tg24. Nello specifico, il 19% degli intervistati tra i 18 e i 34 anni si è detta indisponibile a lavorare per 1200 euro mentre il 4% ha risposto di non saperlo. Solo con l’aumentare dell’età, questa percentuale si abbassa: tra i 35 e i 54 anni dicono no a un lavoro a queste condizioni il 9%, mentre tra gli ultra 55enni solo l’8%. Insomma: come primo impiego si sogna un salario migliore. Ma spesso ci si deve accontentare e stringere i denti. Sempre secondo lo stesso sondaggio, infatti, ben 6 dipendenti su 10 si sentono sottopagati. Tra chi vanta una laurea, questa percentuale si assesta al 61%; tra i diplomati al 62%; tra chi ha solo una licenza media al 51%. Sono numeri che fotografano una situazione non facile soprattutto per i giovani, tanto è vero che se ne è accorto anche il Governo che, con il recente Decreto Lavoro, ha cambiato ancora una volta il panorama dei sostegni a loro dedicati, in primis con 2 bonus per chi assumerà i beneficiari dell’Assegno di Inclusione e i cosiddetti Neet, i ragazzi che non studiano né lavorano. In Italia, secondo i dati Istat, quasi 7 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni vivono in famiglia: si tratta di oltre il 67%. Ma ciò che fa pensare è che ben il 40% di questi, in realtà, un’occupazione ce l’ha. Evidentemente, però, è del tutto insufficiente per renderli autonomi. Così, ora, con il Decreto Lavoro in campo, c’è il nuovo incentivo per le assunzioni per i Neet valevole dal primo giugno al 31 dicembre di quest’anno e pari al 60% della retribuzione e l’incentivo contributivo sempre per gli under 36 pari al 20% della retribuzione. Per chi sarà beneficiario dell’Assegno di Inclusione dal primo gennaio 2024, è previsto invece l’esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore che assume a tempo indeterminato e del 50% dei contributi per le assunzioni a termine, un incentivo che durerà 12 mesi. Se, infine, un percettore dell’Assegno di Inclusione deciderà di mettersi in proprio, gli sarà riconosciuto un aiuto fino a 3000 euro. La strada per rendere ai giovani la vita meno precaria è ancora lunga da seguire.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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