53 visualizzazioni 2 min 0 Commenti

Emergenza caldo, il caso dei bonus della vergogna di Glovo e Deliveroo infuoca l’estate 2025

Le due società avevano incentivato (con pochi centesimi) i rider a fare le consegne nelle ore più calde

L’ultima è che Glovo e Deliveroo, due delle società che si occupano delle consegne di cibo a domicilio, hanno deciso di disattivare temporaneamente a livello nazionale il sistema dei bonus previsti per le consegne effettuate dai loro riders nelle fasce orarie più calde della giornata.

La loro scelta, del resto, mentre l’Europa è stretta nella morsa dell’anticiclone Pluto con temperature record che si toccano in tutte le città, ha scatenato un putiferio.

Nello specifico, cosa prevedevano? Il 2% di bonus per i fattorini che si muovevano fra i 32 e i 36 gradi; il 4% fra i 36 e i 40; l’8% oltre i 40 gradi. Insomma: i lavoratori erano spinti a mettere a rischio la propria vita per un premio di pochi centesimi se si pensa che ne guadagnavano 20 sopra i 40 gradi per un ordine pagato 2,5 euro e 80 per uno pagato 10 euro.

La Nidil Cgil ha sollevato il caso parlando giustamente di un tentativo di monetizzare un pericolo per la salute: roba da terzo mondo. Anche se le aziende hanno spiegato che intendevano i bonus come una compensazione per acquistare creme solari, sali minerali e acqua.

In ogni caso, ora, Glovo ha annunciato la sospensione dei bonus della vergogna “per poterli revisionare dentro a un confronto sindacale, tenendo presente che i lavoratori devono lavorare in assoluta sicurezza”. E ieri anche la Deliveroo ha fermato nelle ore più calde i propri rider in Piemonte, così come imposto dall’ordinanza della Regione.

Ma questi provvedimenti non hanno soddisfatto la Cgil: “Hanno tolto i bonus, e va bene – ha commentato Roberta Turi – Ma resta un tema generale di come lavorano queste persone: è semplicistico dire che sono lavoratori autonomi. In Piemonte hanno fatto bene a fermarli. Ma nessuno ha gli ammortizzatori sociali e non rientrano nel nuovo protocollo caldo: ne vogliamo parlare?”

Solo in Just Eat i rider sono dipendenti e la società ha avviato una serie di misure in linea con quanto previsto dal protocollo caldo, con turni più corti ed esenzioni per i lavoratori più fragili. Come dire: anche tra i lavoratori che stanno peggio, c’è chi può ritenersi più fortunato.

Avatar photo
Redazione - Articoli pubblicati: 1

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

Twitter
Facebook
Linkedin
Scrivi un commento all'articolo