
Quella che è appena iniziata sarà un’estate positiva sul fronte dell’occupazione. Le previsioni per il trimestre luglio-settembre, infatti, parlano di poco meno di 1,5 milioni di nuovi inserimenti, +197mila rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Solo a luglio, le assunzioni programmate raggiungono quota 585.310, 80mila in più rispetto allo stesso mese del 2022.
Ma quali sono i settori che traiano l’occupazione? Senz’altro quelli dei servizi e del turismo: due terzi degli ingressi previsti riguardano loro. Sta di fatto che l’acceleratore non è ancora pigiato al massimo perché persiste un problema di “mismatch”, di difficoltà di reperimento del personale occorrente vale a dire, tant’è che è dato in crescita al 47,9% delle assunzioni previste dalle aziende, circa 8 punti in più rispetto a luglio 2022.
I dati sono del Bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. E dicono anche che, su base annua, c’è un aumento sia per i contratti a tempo indeterminato (+18mila unità; +22,5%), che per i contratti a termine e stagionali (+57mila; +19,5%) e di apprendistato (+8mila; +35,3%). A calare, invece, sono i contratti di collaborazione occasionale e a partita Iva (-10mila; -31,6%).
A spingere le assunzioni sono le imprese con meno di 50 dipendenti: hanno in programma il 67,2% delle entrate complessive. Nello specifico dei settori produttivi, l’industria, nel suo complesso, prevede a luglio circa 150mila assunzioni (+19mila rispetto a un anno fa) e oltre 400mila nel trimestre luglio-settembre (+56mila nel confronto con lo stesso periodo del 2022) grazie soprattutto alle entrate programmate dal comparto delle costruzioni (57mila nel mese e 158mila nel trimestre). Le imprese manifatturiere hanno in programma 92mila entrate a luglio (+4,3% sull’anno) e 247mila nel trimestre luglio-settembre (+5,6% rispetto al 2022). I servizi prevedono a luglio 436mila assunzioni (+61mila rispetto a un anno fa) e oltre 1 milione nel trimestre (+141mila sul 2022). A tal riguardo, solo la filiera turistica fa segnare 170mila contratti da attivare. A seguire c’è il commercio (78mila) e i servizi alle persone (60mila).
Sul fronte del mismatch, a incontrare le maggiori criticità sono le imprese della metallurgia: il 61,5% dei profili ricercati è di difficile reperimento. Poco dietro abbiamo le costruzioni (60,9%), la meccatronica (59%), il legno-mobile (58,3%), la moda (54,1%) e il turismo (53,7%). Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (70,5%) e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (69,9%) sono le professioni con il più elevato mismatch tra gli operai specializzati, soprattutto nel Nord-Est.