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Formazione insufficiente per trovare un lavoro, ancora lontani gli standard Ue

Lo si evince dal rapporto Istat "Noi Italia 2023". Urge una svolta

Uno dei problemi del sistema-Italia legato al mondo del lavoro rimane quello di una insufficiente formazione di chi è alla ricerca di un impiego. Spesso, domanda e offerta non si intrecciano proprio per questa ragione. È quanto emerge dalla quindicesima edizione del rapporto Istat “Noi Italia 2023”. Sullo scenario italiano c’è da affrontare il nodo dei cosiddetti Neet, ma non solo. Nel 2022, la quota di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavora né studia è stata stimata al 19% ed è risultata più alta tra il genere femminile (20,5%) rispetto a quello maschile (17,7%). Tuttavia, anche la partecipazione degli adulti (fascia d’età tra i 25 e i 64 anni) alle attività formative, fondamentale, quindi, per favorire la loro occupabilità, non segna grandi numeri: essa interessa solo il 9,6% dei diretti interessati. Nello specifico, il 9,4% dei maschi e il 9,9% delle donne. Ma, in generale, come se la passa l’Italia dal punto di vista dell’istruzione? Nel 2021 – sempre secondo il rapporto “Noi Italia 2023” – l’incidenza della spesa pubblica in istruzione ha rappresentato il 4,1% del Pil. Il che, se ha comportato un miglioramento generale del livello di istruzione delle persone tra i 25 e i 64 anni, inchioda anche la percentuale di adulti poco istruiti al 37,4%. Questo, mentre la quota di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente gli studi è dell’11,5% con l’Europa che ha fissato come obiettivo generale quello di raggiungere il 9% entro il 2030. Chi possiede un titolo di studio terziario rappresenta il 27,4% tra i 30-34enni e il 29,2% tra i 25-34enni. Paradossalmente, il divario di genere, in questo caso, va molto a favore delle donne (33,8% contro il 21% nel primo caso; 35,5% contro il 23,1% nel secondo). Lo standard europeo che vuole una quota del 40% di giovani tra i 30 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio terziario è, quindi, rimasto un’utopia. Ora, il nuovo obiettivo verso cui ci si muove grazie a Bruxelles è quello del 45% in riferimento alla classe d’età tra i 25 e i 34 anni.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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