Ieri ha fatto il giro del mondo la notizia del cancro di cui soffre Re Carlo d’Inghilterra. Il sovrano, 75 anni, è stato incoronato il 6 maggio 2023 in seguito alla morte di sua mamma, la regina Elisabetta II, scomparsa l’8 settembre 2022 a 96 anni e dopo 70 di regno.
Chissà se anche il suo caso potrà essere catalogato come “tumore occupazionale”. E’ stato calcolato che, ogni anno, in Europa, se ne diagnosticano circa 4 mila. Non certo pochi perché col termine “tumore occupazionale” vengono catalogate le neoplasie causate dall’esposizione, generalmente di lunga durata, a sostanze cancerogene presenti in ambito lavorativo.
Ma quali sono i tumori più frequenti in quest’ambito? Il cancro ai polmoni guida la triste classifica con quasi 14 mila casi diagnosticati nel periodo 2013-2021, seguito dal mesotelioma pleurico (provocato dall’amianto o asbesto) con 13.530 casi, dal carcinoma della vescica (2.416 casi), quello dei seni nasali (930) e della pelle (887).
In totale, il Registro Europeo dei tumori lavorativi ha raccolto 33.712 casi in meno di un decennio, con una media di oltre 3.900 neoplasie ogni anno.
E in Italia? Sono circa 1.800 i nuovi casi di mesotelioma registrati ogni anno e 500 quelli di cancro naso-sinusale, raro nella popolazione generale ma relativamente comune tra chi lavora polveri di legno e cuoio.
Come detto, però, anche per altri tipi di cancro (polmone, vescica, laringe, sangue) il settore lavorativo può avere un ruolo importante. E’ il caso, ad esempio, dei tumori della pelle provocati dalle radiazioni solari: fra i gruppi di popolazione maggiormente vulnerabili ricadono certamente gli addetti dei settori agricoltura, edilizia e pesca. E, più in generale, tutti i lavoratori che operano all’aria aperta.