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Morti sul lavoro, la strage che non si ferma

Nell'ultimo anno il rapporto Inail Osservatorio sulla sicurezza ha rilevato un +17% di decessi
“Nonostante i provvedimenti adottati per la prevenzione, il numero delle morti sul lavoro rimangono allarmanti e drammatici”: è stato questo l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro che si celebra il 28 aprile di ogni anno. Il Capo dello Stato ha parlato sulla scorta degli ultimi dati Inail elaborati dall’Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro Vega che hanno evidenziato nell’ultimo anno un incremento di morti bianche del 17% e delle denunce complessive di infortunio di circa il 26%. Il rapporto rileva una media di oltre 90 vittime al mese, nonostante il fatto che i numeri dell’economia sommersa, evidentemente, rimangano al buio. Nel 2022, le denunce totali di infortunio sono cresciute del 25,7% rispetto al 2021 arrivando a quota 697.773 con il settore della sanità in testa alla graduatoria dei più pericolosi seguito da quello delle attività manufatturiere e dei trasporti. La media, in Italia, è di 35 decessi ogni milione di abitanti. Con il Friuli Venezia-Giulia che è la regione più virtuosa ma con un gruppo costituito da Trentino Alto-Adige, Basilicata, Marche, Umbria e Campania dove la situazione è davvero allarmante, con gli stranieri che subiscono in media il doppio degli incidenti. Ma perché quello delle morti bianche è un fenomeno che non accenna a placarsi in Italia? Per l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri, una risposta potrebbe essere individuata nel fatto che dal 2012 i controlli sui posti di lavoro sono in costante diminuzione e può dirsi fallito l’esperimento dell’Ispettorato nazionale. “Negli ultimi 10 anni c’è stato un costante calo del numero di ispettori che operano per le principali istituzioni che si occupano a vario titolo di vigilanza, dunque va migliorata l’efficacia delle ispezioni: bisogna indirizzarle verso le aziende dove è più facile riscontrare e porre riparo alle irregolarità”. Giulia Bartoli della Cgil, invece, punta il dito sul nuovo Codice degli appalti: con l’introduzione del subappalto a cascata – avverte – si finisce per creare una vera e propria giungla nei controlli.
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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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