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Morti bianche, una battaglia tutt’altro che vinta. Ma non si parte da zero

Anche dopo la strage degli operai sui binari di Brandizzo, i numeri sulla sicurezza sul lavoro non sono tutti negativi

Il treno che ha travolto ieri, poco prima della mezzanotte, cinque operai a Brandizzo, nel torinese, e che ha fatto dichiarare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che “morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza” riaccende i fari sulla sicurezza.

Ma come stavano andando le cose prima della strage lungo la tratta Torino-Milano? Le denunce di infortunio presentate all’Inail entro il mese di giugno di quest’anno sono state 296.665, in calo rispetto alle 382.288 dei primi sei mesi del 2022 (-22,4%), in aumento rispetto alle 266.804 del 2021 (+11,2%) e alle 244.896 del 2020 (+21,1%) e in diminuzione rispetto alle 323.831 del 2019 (-8,4%).

Inoltre, nel primo semestre del 2023, rispetto all’analogo periodo del 2022, si è registrato un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, essendo passati dai 340.784 del 2022 ai 252.675 del 2023 (-25,9%), ma quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 6%, da 41.504 a 43.990.

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale, invece, sono state 450, 13 in meno rispetto alle 463 registrate nel periodo gennaio-giugno 2022, 88 in meno rispetto al 2021, 120 in meno rispetto al 2020 e 32 in meno rispetto al 2019.

E nello specifico dei settori? Nel giugno di quest’anno, il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -27,6% nella gestione industria e servizi (dai 313.474 casi del 2022 ai 226.964 del 2023), un -1,1% in agricoltura (da 12.612 a 12.471) e un +1,8% nel conto Stato (da 56.202 a 57.230). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la sanità e l’assistenza sociale (-73,1%), la Pubblica Amministrazione (-63,2%) e il trasporto e magazzinaggio (-55,2%). In controtendenza, invece, alcuni settori del comparto manifatturiero come quelli delle bevande (+17,4%), dell’abbigliamento (+8,7%) e dei prodotti chimici (+2,2%).

L’analisi territoriale evidenzia, poi, un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese ma più consistente nelle Isole (-29,2%) seguite dal Sud (-28,7%), dal Nord-Ovest (-25,6%), dal Centro (-22,1%) e dal Nord-Est (-14,3%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e l’Abruzzo.

Infine, il calo che emerge dal confronto tra il primo semestre del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -35,6% (da 165.055 a 106.305 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -12,4% (da 217.233 a 190.360). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-25,4%) che quelli comunitari (-18,9%) ed extracomunitari (-3,1%). Dall’analisi per classi di età, poi, emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+13,1%).

Insomma, nella battaglia per rendere il lavoro sempre più sciro non si parte da zero. Anche perché, tra il 2019 e il 2023, FondItalia (Fondo Formazione Italia) ha concesso più di 19 milioni di euro di contributi a sostegno dei corsi obbligatori aziendali sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Contributi che hanno interessato una platea di oltre 60mila lavoratori per un totale di quasi 6mila imprese.

“Il sistema imprenditoriale italiano si è dimostrato molto attento alla formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza sui posti di lavoro – ha avuto modo di spiegare Egidio Sangue, vicepresidente e direttore di FondItalia – Ciò nonostante, il nostro Paese paga ancora uno scotto drammatico in termini di incidenti e morti sul lavoro. Certo, la legge 81 del 2008 ha dato alcuni benefici, ma dobbiamo tutti quanti fare di più. Penso all’aggiornamento che è, ad oggi, obbligatorio ogni cinque anni, ma che dovrebbe essere più stringente. Oppure alla scuola dove bisognerebbe iniziare a parlare di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro con particolare attenzione al futuro dei nostri giovani; o ancora ai lavoratori stranieri, che spesso incontrano difficoltà di comprensione linguistica e a cui dobbiamo necessariamente rivolgere un’attenzione differente”.

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Redazione - Articoli pubblicati: 878

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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