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Lavoro, prima frenata dopo sette mesi consecutivi di numeri al rialzo

L'Istat a luglio ha contato 73mila lavoratori in meno. Ma sull'anno, la situazione italiana rimane positiva

Dopo sette mesi consecutivi di crescita, il numero di occupati a luglio è in contrazione: l’Istat, diramando ieri le sue ultime statistiche, ha contato 73mila lavoratori in meno. Nello specifico, si tratta di un calo che interessa sia uomini che donne, in particolare la fascia centrale della forza lavoro, vale a dire quella tra i 25 e i 49 anni, e che riguarda sia i rapporti a termine (-63mila) che hanno trainato la ripresa occupazionale post Covid, sia quelli stabili (-7mila). Gli altri 3mila posti in meno riguardano i lavoratori autonomi, i quali continuano a vivere una fase difficile, secondo alcuni analisti, anche a causa della mancata attuazione del Jobs Act del lavoro autonomo.

Sempre secondo l’Istat, in ogni caso, sale sia il numero dei disoccupati (+37mila persone sul mese) che quello degli inattivi (+14mila). Il tasso di disoccupazione, così, si assesta al 7,6% (nell’area Euro è al 6,4%). Quello di occupazione è sceso al 61,3% con un gap di quasi 19 punti tra uomini (occupati al 70,4%) e delle donne (occupate al 52,2%).

E sul fronte dei giovani? Il tasso di disoccupazione degli under 25 è calato al 22,1%, ma peggio di noi fanno solo Spagna (27%) e Grecia (23,2%) mentre la Germania è una vera e propria chimera da questo punto di vista: il tasso di disoccupazione giovanile a Berlino e dintorni è ridotto al 5,6% grazie anche al sistema di formazione duale che in Italia si sta tentando solo negli ultimi anni di rilanciare con le Academy.

In ogni caso, se si allarga la visuale sull’anno, il quadro italiano può definirsi ancora positivo: nei 12 mesi, l’occupazione è salita di 362mila unità, spinta soprattutto dai contratti a tempo indeterminato. Rispetto a luglio 2022, inoltre, è in diminuzione sia il numero di persone in cerca di lavoro (-3,8% pari a -76mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,9%, pari a -371mila persone).

Sta di fatto che ci si chiede se la prima frenata del lavoro dopo sette mesi di crescita debba preoccupare. Secondo Confcommercio, potrebbe trattarsi di un calo fisiologico. Per la Cna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato, invece, il mercato del lavoro sta iniziando a riflettere la congiuntura economica in affanno e segue la contrazione del Pil del secondo trimestre.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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