L’innovazione femminile in Italia è una risorsa ancora troppo poco valorizzata, e il confronto con altri Paesi europei ne evidenzia le lacune. Mentre in Italia le donne ricevono solo il 30% dei fondi per la ricerca, Paesi come Svezia, Finlandia e Danimarca vantano percentuali superiori al 45%. Questi Paesi hanno implementato politiche di supporto strutturato per le donne in STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), offrendo accesso facilitato a finanziamenti e mentorship, che promuovono un ambiente più inclusivo e innovativo.
Ad esempio, in Svezia, il governo ha creato iniziative specifiche per incentivare la partecipazione femminile alla ricerca, come il programma “Vinnova” che assegna finanziamenti diretti a progetti guidati da donne. Anche in Germania, un numero crescente di donne guida startup tecnologiche grazie a programmi di accelerazione e finanziamento come “Frauen gründen”. Questo ambiente favorevole si riflette nei risultati: in Germania, oltre il 20% delle startup finanziate nel 2023 erano guidate da donne, una percentuale quasi doppia rispetto a quella italiana.
La differenza nei risultati tra l’Italia e altri Paesi europei evidenzia l’urgenza di adottare misure più efficaci e mirate per supportare l’innovazione al femminile. Implementare politiche simili a quelle dei Paesi nordici, che promuovono l’equità di genere nell’accesso ai finanziamenti e alle opportunità di crescita, potrebbe portare l’Italia a una maggiore competitività a livello europeo, sfruttando appieno il potenziale delle sue donne innovatrici.