Il Governo italiano, con la Manovra 2024, introduce tagli significativi alle pensioni future di specifiche categorie di dipendenti pubblici, gettando nell’incertezza il futuro di oltre 700 mila lavoratori nei prossimi vent’anni. La misura si concentra soprattutto su medici e personale sanitario, dipendenti degli enti locali, maestri di nido e ufficiali giudiziari iscritti alle gestioni ex Inpdap.
Il colpo più duro arriva per coloro che hanno contribuito per almeno 15 anni entro il 31 dicembre 1995. Questi individui rischiano di subire un taglio fino a tre anni di contribuzione, traducendosi in una perdita di oltre 3mila euro all’anno. Il meccanismo entra immediatamente in vigore con la manovra, colpendo anche coloro che richiedono la pensione entro la fine dell’anno.
L’articolo 33 del ddl della Manovra 2024 preannuncia una diminuzione delle pensioni per oltre 50.000 medici, una fetta modesta ma determinata contro questa mossa governativa. Tuttavia, le promesse di correttivi al taglio non sono ancora chiare, lasciando incerti i lavoratori sulla limitazione dell’impatto del ricalcolo della quota retributiva della pensione mista per chi ha contribuito prima del 1996.
Il Governo assicura la tutela di chi si ritira con la pensione di vecchiaia, ma le proteste si fanno sempre più forti, coinvolgendo tutti i dipendenti interessati. Si prospetta una limitazione del taglio solo per coloro che andranno in pensione anticipata con il sistema misto dal 2024, con una penalizzazione crescente in base agli anni di anticipo rispetto al requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia.
Inizialmente, c’era l’ipotesi di posticipare l’entrata in vigore della nuova tabella con le aliquote di rendimento aggiornate per tutti, ma questa opzione è stata scartata per evitare una fuga verso la pensione da parte di decine di migliaia di lavoratori pubblici, medici inclusi. Invece, si è optato per una soluzione “selettiva” ma immediata, applicando il taglio alle sole pensioni anticipate a partire dal 2024.