
Cosa conta di più per i giovani nella scelta dello studio e del lavoro? L’ente non-profit di formazione Elis (un consorzio di oltre 130 grandi gruppi e piccole e medie imprese attive in Italia, effettua progetti di orientamento, in collaborazione con imprese e istituti scolastici) lo ha chiesto a 1.337 studenti di 51 scuole superiori in Italia che hanno risposto al quesito, scegliendo tra cinque possibili opzioni.
Ebbene, come primo criterio di scelta, i ragazzi tra i 14 e i 18 anni hanno risposto: i soldi.
L’indagine è stata realizzata nell’ambito di incontri di orientamento organizzati dalla community di Role Model che hanno dialogato in aula con studentesse e studenti durante l’anno scolastico appena concluso.
Il 31,72% ha individuato appunto nel fattore economico il più importante criterio di scelta della futura professione. Distanziato di pochissimo c’è il desiderio di un’occupazione che assicuri equilibrio tra vita privata e lavoro (30,6%). L’opportunità di fare carriera è stata dichiarata come principale obiettivo della vita professionale dal 23,8% degli intervistati. Essere utile agli altri con il proprio lavoro interessa però solo all’8,1% dei ragazzi. Chiude la classifica il prestigio sociale legato alla professione, che spingerebbe alla scelta solo il 5,78% degli intervistati.
Il sondaggio è stato condotto nell’ambito del progetto Role Model, realizzato da Elis in collaborazione con Valore D, un’iniziativa che ha visto il coinvolgimento diretto di professioniste di aziende leader per rispondere a una delle domande più urgenti per il nostro futuro: “come formare una nuova generazione di talenti?”.
Il presidente di Elis Pietro Cum, ha avuto modo di commentare: “I giovani riflettono quello che osservano negli adulti. Per questo è importante che professioniste d’esperienza entrino nelle scuole e si confrontino con le ragazze e i ragazzi. E’ giusto considerare l’aspetto economico del lavoro, ma una scelta professionale in grado di realizzarci come professionisti e come persone, dipende da molte cose in più. Le attività di orientamento servono a far scoprire la dimensione profonda delle professioni, le tecnologie che le supportano, e soprattutto l’opportunità che offrono di contribuire al benessere delle persone e al progresso della società nel suo insieme”.