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La caccia (disperata) delle aziende agli operai specializzati

Stando alla Cgia di Mestre, nel 63,8% dei casi le imprese hanno segnalato notevoli difficoltà nel reperire personale

Trovare operai specializzati è sempre più difficile. Lo conferma l’ultimo rapporto dell’Ufficio studi della Cgia, secondo cui nel 2024 su 5,5 milioni di nuovi ingressi previsti nel mercato del lavoro, quasi 840mila – pari al 15% del totale – hanno riguardato figure qualificate come carpentieri, gruisti, fresatori, saldatori e operatori di macchine a controllo numerico.

La domanda, però, si scontra con una forte carenza di offerta: nel 63,8% dei casi le imprese hanno segnalato notevoli difficoltà nel reperire personale, con tempi medi di selezione che hanno sfiorato i cinque mesi. In quattro colloqui su dieci, addirittura, i candidati non si sono presentati.

Una situazione che pesa soprattutto sulle piccole e piccolissime aziende, per le quali la mancanza di manodopera specializzata rappresenta un freno allo sviluppo.

Le cause sono molteplici: il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione riducono la disponibilità complessiva di lavoratori, mentre resta irrisolto il divario tra la formazione scolastica e le competenze richieste dal sistema produttivo, in particolare nel manifatturiero.

Rispetto al periodo pre-Covid, osserva la Cgia, i giovani mostrano inoltre aspettative diverse: privilegiano occupazioni con maggiore flessibilità, autonomia e tempo libero, e sono meno disposti ad accettare orari prolungati, turni nei fine settimana o mansioni particolarmente gravose dal punto di vista fisico.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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