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Auto elettriche, Italia fanalino di coda (anche se non c’è pericolo di perdere posti di lavoro)

Secondo l'Osservatorio Tea e l'Università di Venezia, l'occupazione dovrebbe crescere dell'1,6%

Lo scorso gennaio, lo studio “Mobilità elettrica e industria italiana: i risultati della survey 2024” presentato dall’Osservatorio TEA che indaga sulle trasformazioni della filiera grazie alla guida del Center for Automotive & Mobility Innovation dell’Università Ca’ Foscari Venezia (CAMI) e del CNR-IRCrES, aveva previsto che nel periodo 2024-2027 oltre la metà delle imprese (precisamente il 51,9%) avrebbe investito in nuovi prodotti per l’auto, di cui il 31% in tecnologie legate all’elettrico.

I numeri indicavano una crescita dell’occupazione pari all’1,6%. Non ci sarebbe nulla da temere, quindi, nella rivoluzione green del parco auto.

Sta di fatto che il cammino è ancora tutto da fare. Eurostat, infatti, ha indicato che sono ancora poche le auto elettriche in giro per le strade del Belpaese: l’Italia è al 27esimo posto, sotto l’1%, per diffusione delle auto elettriche a batteria. Un gradino prima della Bulgaria.

Secondo l’istituto di statistica europeo, nel 2024, nell’Ue, complessivamente sono state immatricolate 1,45 milioni di nuove autovetture elettriche a batteria, con una diminuzione del 6,1% rispetto al 2023 (1,55 milioni).

Questo ha portato il numero totale di auto elettriche a batteria a 5,87 milioni, rappresentando comunque un aumento del parco veicoli del 32,4% rispetto al 2023 (4,43 milioni).

La quota di auto elettriche esclusivamente a batteria tra tutte le nuove immatricolazioni è scesa al 13,6% nel 2024, un punto percentuali al di sotto del livello del 2023 (14,6%). Tale quota era rimasta al di sotto dell’1% fino al 2018, ma è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, salendo al 5,3 % nel 2020, al 9% nel 2021 e al 12,1 % nel 2022.

Ora, però, in Italia, sono in arrivo incentivi per “conseguire l’acquisto di almeno 39mila veicoli a emissione zero al 30 giugno 2026 grazie a incentivi per circa 600 milioni di euro. La misura, per un auspicato colpo di acceleratore, dovrebbe partire da settembre.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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