La pandemia ma non solo: ormai, le abitudini degli italiani in tema di shopping sono cambiate radicalmente negli ultimi anni a causa non solo dell’esperienza del lockdown dovuto a ragioni sanitarie. Nel bel Paese, per gli acquisti, ci si rivolge sempre più alla rete, soprattutto per determinati prodotti, per svariate ragioni: perché spesso si rivela più conveniente, perché di solito si ha più scelta tra i vari prodotti in vetrina, o solo perché, potendolo fare da remoto, è spesso molto più comodo. Sta di fatto che tutti questi motivi hanno già comportato una rivoluzione nella catena commerciale. Uno studio condotto da Confesercenti e Ipsos, infatti, ha calcolato che dal 2019 al 2023 ben 52mila negozi fisici sono stati costretti ad abbassare definitivamente la serranda. Una fetta consistente se si pensa che arrivano a rappresentare il 7% del totale. In ogni caso, le abitudini di chi compra variano molto a secondo della merce di cui si ha bisogno. Per prenotare un viaggio o una vacanza, ormai, si accende quasi sempre il computer o si utilizza un qualsiasi altro dispositivo collegato ad Internet, così come sempre più capita per comprare dei vestiti. Se, invece, si è in cerca di un buon profumo o si deve fare la spesa per mangiare, ci si affida ancora al commerciante con una attività aperta. Confesercenti, nello specifico, ha preso in esame 9 categorie merceologiche. Quali sono quelle per le quali più ci si rivolge al web? In primis, come già accennato, ci sono i viaggi: ben il 72% degli intervistati ha detto che si è rivolto al web (a discapito, naturalmente, delle agenzie di viaggio) quando si è trattato di fare la valigia. Subito dopo, l’altro comparto per il quale ci si rivolge ad Internet è quello dei prodotti tecnologici (62%). La moda in generale agguanta invece il podio col 52%. Lo studio di Confesercenti, infine, ha calcolato anche la fascia d’età del consumatore tipo che ormai si rivolge prevalentemente al web quando deve acquistare: è costituita da coloro i quali sono nati tra il 1981 e il 1996. Il futuro, quindi, cosa ci riserverà? La previsione è che passeranno sempre più tra le prerogative della rete Internet soprattutto i servizi fino a raggiungere una fetta del 17% pari a 27,6 miliardi di euro. Per quanto riguarda i beni, invece, saranno commerciati online per il 15,5% fino a toccare un valore di 55,2 miliardi.

