28 visualizzazioni 1 min 0 Commenti

Madri e libere professioniste: ancora una missione difficile

Solo il 36,6% delle donne dichiara di non aver subito cambiamenti dopo la nascita di un figlio (contro il 68,3% degli uomini)

Per le donne libere professioniste, la nascita di un figlio significa mettere in conto una diversa gestione del tempo-lavoro, con la necessità di combinare orari e impegni familiari con quelli professionali e l’imperativo di delegare parte dei compiti svolti prima. Nonostante da tempo si insista per una responsabilità condivisa con il partner rispetto alla cura parentale, le esperienze sottolineano come l’attività di cura e di presa in carico del bambino incida soprattutto sulle donne.

Lo si evince dalle risposte di un questionario rivolto agli iscritti alla Gestione professionisti di Ebipro (l’Ente bilaterale nazionale per gli studi professionali).

Solo il 36,6% delle donne dichiara di non aver subito cambiamenti dopo la nascita di un figlio, contro il 68,3% tra gli uomini; insomma, solo quattro donne su dieci non registrano modifiche alla propria attività, mentre persette uomini su dieci non si segnalano particolari scossoni nell’organizzazione del lavoro.

“Questa significativa disparità – annota la ricerca – evidenzia come l’impatto della genetorialità sulle carriere femminili sia quasi il doppio rispetto a quello maschile. Infatti, il dato suggerisce una diversa distribuzione delle responsabilità familiari e lavorative tra i sessi. Inoltre, emerge come tra le donne il 16,2% ha modificato gli orari di lavoro, mentre il 13,8% ha delegato parte delle proprie attività. Un ulteriore 13,2% riporta di svolgere le stesse attività in meno tempo, evidenziando una pressione maggiore sull’efficienza”.

Avatar photo
Redazione - Articoli pubblicati: 888

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

Twitter
Facebook
Linkedin
Scrivi un commento all'articolo