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Crescono le donne medico, ma c’è chi vuole il riconoscimento di professione usurante

L'iniziativa di Alessandra Spedicato, guida della Federazione europea dei medici dipendenti

È sempre più forte la presenza femminile tra i medici e gli odontoiatri in attività, nel nostro Paese: all’Enpam (la Cassa previdenziale e assistenziale dei ‘camici bianchi’) sono iscritte, infatti, 182.581 dottoresse e 175.042 dottori.

Nel complesso, fa, poi, sapere l’ente presieduto da Alberto Oliveti, si contano 365.318 associati attivi (fra cui 7.695 studenti del V e VI anno dei corsi di laurea in Medicina) e 174.626 pensionati. E, fra gli studenti che sono iscritti facoltativamente all’Enpam, “la femminilizzazione è ancora più spiccata”, a fronte di “4.710 studentesse e 2.985 studenti”.

Sta di fatto che Alessandra Spedicato, da pochi mesi alla guida della Federazione europea dei medici dipendenti (Fems), in una intervista concessa a quotidianosanita.it, ha avuto modo di tracciare un quadro netto delle criticità che affliggono la professione medica in Europa: turni massacranti, carenza di personale, normative superate e una crescente disaffezione tra i giovani medici.

Spedicato, quindi, ha rilanciato la necessità di riconoscere il lavoro medico come usurante, denunciando il mancato rispetto delle regole sull’orario di lavoro e annunciando una serie di proposte concrete che saranno presentate il 23 aprile al Parlamento europeo.

Dal Libro bianco sulla salute dei medici alla revisione degli organici basata sul Full Time Equivalent, fino alla battaglia per la tutela sindacale autonoma e il diritto di sciopero, la presidente Fems ha offerto una nuova visione del futuro della sanità europea. Senza dimenticare che ormai per uscire dall’impasse bisognerà inevitabilmente arrivare ad una ridefinizione dei ruoli professionali, con una distribuzione più razionale delle competenze.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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