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Con tante Leggi la Sicurezza diventa Utopia

Che fare per ridurre questa inaccettabile tendenza? Desta interesse la proposta della “patente a punti”, lanciata dal sindaco Filca Cisl e poi ripresa dai leader di Cgil, Cisl e Uil. Si tratta di uno strumento che induce le imprese a lavorare in totale sicurezza e rende l’Inail protagonista di una rinnovata azione di prevenzione nei cantieri edili.

L’eco mediatica della scomparsa di Lorenzo Parelli, lo studente di appena 18 anni morto a seguito di un incidente in un’azienda friuliana, all’ultimo pomeriggio dell’ultimo giorno di uno stage per un progetto di alternanza scuola – lavoro, non si era ancora spenta quando nel giro di due giorno si sono susseguite con ritmo in calzante altre simili tragedie:

vicino Torino, nella città laziale di Pomezia e infine a Lorica in provincia di Cosenza, dove a perdere la vita è stato il direttore di un impianto sciistico.

La sequenza è impressionante. A mio avviso, tuttavia, resterà a lungo vivo lo sconcerto di una vita spezzata in giovanissima età, quella di Parelli, finito sotto una putrella dell’azienda meccanica Butimec.

Nemmeno il tempo di finire la scuola e già la durezza delle condizioni che il lavoro ha assunto nelle nostre fabbriche e cantieri negli ultimi anni se l’è portato via.

La morte del giovane è una “morte bianca” che si aggiunge alle oltre mille e 400 tragedie simili del 2021, 82 delle quali avvenute in Puglia nei primi dieci mesi dell’anno scorso. Il dato che emerge dalla somma dei casi tra il 2009 e il 2019 è spaventosa: circa 17mila.

Sembrano ogni volta cadere in un vuoto pneumatico le voci di papa Francesco e del Presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella che in più occasioni hanno stigmatizzato la triste sequenza.

Che fare per ridurre questa inaccettabile tendenza? Desta interesse la proposta della “patente a punti”, lanciata dal sindaco Filca Cisl e poi ripresa dai leader di Cgil, Cisl e Uil. Si tratta di uno strumento che induce le imprese a lavorare in totale sicurezza e rende l’Inail protagonista di una rinnovata azione di prevenzione nei cantieri edili.

La proposta prevede che, nei giorni immediatamente successivi l’apertura di un cantiere edile, l’ente nazionale che si occupa di infortuni sul lavoro invii suoi tecnici per certificare la bontà del sistema di sicurezza messo in campo dalle imprese. In caso di eventuali irregolarità, l’istituto chiederà di procedere alla regolarizzazione, sulla scia di quanto già previsto dalle norme attuali. Non priva di interesse anche la soluzione annunciata di recente dall’assessore lombardo al Welfare, Letizia Moratti, che ha parlato dell’adozione, quale strumento ordinario di vigilanza, di un algoritmo che consentirà di individuare i cantieri maggiormente a rischio e di sottoporli prioritariamente a controllo. È auspicabile, infatti, che anche la transizione digitale, che deve modernizzare la pubblica amministrazione (una delle riforme orizzontali del Pnrr è espressamente dedicata a questo obiettivo) dia un contributo determinante a ridurre gli eventi di questo triste “bollettino di guerra” A CUI NON POSSIAMO ABITUARCI.

Ma ci sono altri interventi che vanno fatti con mano decisa. Intanto va detto che il personale ispettivo delle ASL si è quasi dimezzato in dieci anni, fatto che non contribuisce certamente a ridurre i controlli. Quanto al Testo unico, approvato nel maggio 2014, dopo decenni di legislazione contraddittoria e disordinata, si tratta di un dispositivo che dovrebbe semplificare il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Ma il corpus legislativo a questo proposito continua a essere mastodontico e ingestibile: 314 articoli divisi in 12 titoli, 52 allegati per un altro migliaio di regole tecniche, organizzative e procedurali. Peraltro al Testo unico devono aggiungersi numerose altre regole di dettaglio e aggiornamento: fino a oggi 16 decreti ministeriali attuativi, svariate decine di circolati ministeriali, interpelli e note. Con questa ipertrofia normativa non stupisce che la sicurezza del lavoro venga percepita e trattata in azienda come un insieme di adempimenti indigesti, materia per tecnici e non per manager, impiegati ogni giorno a sviluppare il proprio business. La normativa troppo capillare rende difficile l’opera di imprese e ispettori che si imbattono con infinite difficoltà applicative dovute alla specificità di quanto capita in qualsiasi normale gestione aziendale.

* fondatore di Enbiform

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Direttore Editoriale - Articoli pubblicati: 131

Libero Professionista, impegnato oltre che sul fronte dei servizi e prestazioni connesse al tema della prevenzione degli infortuni in ambienti di lavoro, ha maturato una notevole esperienza nell’ambito delle relazioni sindacali, ed oggi è tra i fondatori di diverse realtà sindacali di carattere Nazionale.

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