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Decontribuzione Sud in manovra, il regalo di Natale al Mezzogiorno

La ministra Calderone: "Per ogni lavoratore a tempo indeterminato assunto al 31 dicembre del 2024 nel prossimo anno ci sono a disposizione fino a 145 euro al mese"

La manovra che dovrebbe giungere all’approvazione finale sabato 28 dicembre offre un regalo di Natale per il Sud. Delinea, infatti, regole e risorse per sostenere il tessuto produttivo del Mezzogiorno confermando fino al 2029 Decontribuzione Sud.

Sostenere il trend positivo dell’occupazione, soprattutto al Sud, resta tra le priorità del governo e per questo ha messo a disposizione oltre 7 miliardi di euro sotto forma di esoneri previdenziali.

“Per ogni lavoratore a tempo indeterminato assunto al 31 dicembre del 2024 nel prossimo anno ci sono a disposizione fino a 145 euro al mese”, ha avuto modo di spiegare la ministra del Lavoro Marina Calderone, dettagliando la norma inserita come emendamento alla legge di bilancio.

“Si tratta – ha proseguito l’esponente del governo Meloni – di un lavoro importante per trovare una soluzione alternativa alla cessazione del temporary framework europeo. In tal modo possiamo continuare a dare un sostegno alle imprese di Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna”.

La manovra approvata a ottobre aveva confermato,  all’articolo 72  la decontribuzione Sud,  richiedibile fino al 31.12 2024 solo per le assunzioni effettuate entro giugno scorso. Ora, però, si ritorna anche per  il 2025 alla decontribuzione per  tutti i contratti a tempo indeterminato attivi  nelle regioni meridionali. L’intensità, però, è inferiore rispetto alla versione originaria: dal 30% si scende al 25% per il 2025 e si riconferma la  progressiva diminuzione, che ora arriva  fino al 15% nel 2029. L’ultima proroga aveva previsto  una riduzione dei contributi con una scala decrescente: per gli anni 2026 e 2027 l’esonero sarebbe sceso al 20%; per gli anni 2028 e 2029  lo sgravio sarebbe stato fissato al  10% .

La copertura finanziaria di questa misura, come detto, è di circa 7,1 miliardi di euro fino al 2030. Da segnalare che questa  misura  assorbe praticamente le risorse del Fondo per il contrasto al divario occupazionale e allo sviluppo delle aree svantaggiate, il quale destinava risorse specifiche per l’acquisizione di beni strumentali da parte delle imprese del Sud con una dotazione di 9,1 miliardi di euro fino al 2029.

In parallelo, lo stesso emendamento introduce alcune misure di compensazione per le imprese meridionali. Vengono  infatti riconvertiti 600 milioni di euro per il 2025 destinati al credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Mezzogiorno.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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