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Tutto quello che devi sapere sulle dimissioni per pensionamento

I Contratti collettivi fissano regole diverse a secondo del settore

Quando si avvicina il momento di andare in pensione, è importante sapere se è necessario presentare le dimissioni. Per i lavoratori autonomi, non è richiesto sospendere l’attività lavorativa, poiché questa è compatibile con la pensione. Al contrario, i lavoratori dipendenti devono cessare qualsiasi attività lavorativa subordinata per poter andare in pensione. Questo significa che, al raggiungimento dell’età pensionabile, il rapporto di lavoro non termina automaticamente e si rende necessario presentare le dimissioni.

Una volta in pensione, non ci sono divieti che impediscano di riprendere a lavorare, tranne per coloro che sono andati in pensione con Quota 100 o Quota 102. Questi lavoratori non possono riprendere a lavorare fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Se sei un dipendente e devi presentare le dimissioni al tuo datore di lavoro, le modalità variano a seconda del settore in cui lavori. Nel settore privato, devi seguire la procedura telematica prevista dal servizio di dimissioni online sul portale del Ministero del Lavoro (lavoro.gov.it), anche se lasci il lavoro per accedere alla pensione. Nel settore pubblico, devi compilare un modello fornito dalla tua amministrazione e consegnarlo a mano o inviarlo tramite raccomandata A/R all’Ufficio di Accettazione della sede centrale dell’ente di riferimento.

Il tempo di preavviso necessario per le dimissioni non è unificato e dipende da variabili come qualifica, anzianità e il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL). In generale, un lavoratore con anzianità fino a 5 anni deve dare 30 giorni di preavviso, mentre chi ha un’anzianità tra 5 e 10 anni deve dare 45 giorni. Chi ha più di 10 anni di anzianità deve dare 60 giorni di preavviso. Questi termini possono variare in base al settore e al CCNL applicato, ma è sempre possibile accordarsi con il datore di lavoro su un periodo di preavviso diverso.

Il preavviso serve a dare al datore di lavoro il tempo necessario per riorganizzare l’attività produttiva o trovare un sostituto adeguato. Se non rispetti il periodo di preavviso, il datore di lavoro può trattenere dalla tua ultima busta paga un’indennità pari alla retribuzione che avresti percepito durante il preavviso. Tuttavia, l’azienda può anche scegliere di rinunciare al preavviso e corrisponderti un’indennità sostitutiva, soprattutto se ha già trovato un sostituto.

Di solito, dopo aver presentato domanda di pensionamento all’INPS, ci vogliono circa 55 giorni per ricevere la pensione. L’INPS risponde con la lettera Unicarpe entro tre mesi, e la liquidazione del primo pagamento della pensione può avvenire entro pochi giorni o settimane dopo l’accettazione della domanda. È consigliabile presentare la domanda con anticipo per evitare ritardi.

Il periodo di preavviso decorre dal momento in cui comunichi le dimissioni al datore di lavoro. La data di decorrenza delle dimissioni è il giorno successivo all’ultimo giorno di lavoro. Tieni presente che alcuni CCNL specificano che il calcolo del preavviso inizi da un giorno preciso del mese (ad esempio, il primo o il quindicesimo giorno del mese).
Anche se la legge richiede l’inoltro telematico della domanda di dimissioni, è sempre buona norma consegnare una lettera al datore di lavoro per informarlo delle tue intenzioni. La lettera dovrebbe includere la data, le tue informazioni personali, la comunicazione delle dimissioni per pensionamento, la data di decorrenza delle dimissioni e un ringraziamento. Presentare la lettera con anticipo aiuta a garantire una transizione più agevole per tutte le parti coinvolte.

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Autore - Articoli pubblicati: 170

Segretario Generale Confederazione SELP

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