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Più badanti che colf: siamo un Paese sempre più vecchio

Per la prima volta, stando all'Inps, questa categoria primeggia nel settore del lavoro domestico

Nel 2024 i lavoratori domestici con almeno un contributo versato all’Inps sono stati 817.403, in flessione per il terzo anno consecutivo (-3% rispetto al 2023) dopo la forte regolarizzazione registrata con la pandemia. A sottolinearlo è stato l’Inps, tramite l’Osservatorio sul lavoro domestico pubblicato ieri.

Nel 2024  la quota della tipologia di lavoro “Badanti” è stata del 50,5% e ha superato per la prima volta la quota “Colf” (49,5%), dato legato all’invecchiamento della popolazione. Ma anche la forza lavoro nel settore invecchia rapidamente. Tra i lavoratori domestici il 44,3% ha un’età superiore ai 55 anni con il 25,7% che supera i 60.

Tutto questo, mentre è sempre più evidente che bisogna far fronte al bisogno di assistenza familiare aumentando gli ingressi di extracomunitari per il lavoro domestico: l’ha sottolineato Assindatcolf presentando una ricerca secondo la quale nel 2028 saranno necessari circa 86mila domestici in più rispetto al 2025, per circa la metà extracomunitari.

Serviranno quindi politiche migratorie mirate che consentano alle famiglie di poter avere un aiuto per la cura degli anziani.

Stando alle stime contenute nel documento, nel 2028 saranno oltre 2 milioni e 74 mila i lavoratori domestici – tra regolari e irregolari – di cui avranno bisogno le famiglie italiane per coprire le necessità di assistenza domestica (colf) e di cura alla persona (badanti): 660 mila italiani e 1 milione 414 mila stranieri, pari al 68% del totale. Rispetto al 2025, spiega la ricerca, l’incremento complessivo sarà di circa 86 mila unità, circa 28.574 domestici in più all’anno nel triennio 2026-2028.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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