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Secondo la maggioranza degli italiani, le riunioni di lavoro sono inutili

Solo il 23% viene considerato realmente efficace: il tempo speso non sempre si traduce in decisioni

Facciamo una riunione? Chi non se l’è mai sentito dire? Queste ultime, del resto, in Italia, occupano una parte sempre più ampia delle giornate lavorative.

In presenza o davanti a uno schermo, in una sala aziendale o dal tavolo di casa, scandiscono il tempo e riempiono le agende. Ma, spesso, lasciano la sensazione di non aver davvero chiarito o deciso qualcosa.

Il nuovo Osservatorio ASUS Business–Research Dogma spiega che il 77% dei lavoratori italiani partecipa ogni settimana da una a cinque riunioni, considerando sia quelle in presenza sia quelle a distanza. In pratica, per molti significa una riunione al giorno. Le video call sono diventate strutturali: il 49% dei lavoratori ne affronta almeno una a settimana e il 19% è collegato quotidianamente.

Ma la percezione cambia a seconda del genere. Per il 24% degli uomini le riunioni sono troppe e spesso eccessivamente lunghe; per il 22% delle donne, invece, è l’opposto: gli incontri sono percepiti come insufficienti e il confronto come scarso.

Se si guarda a cosa accade durante le video call, il più della metà dei lavoratori (soprattutto uomini) tiene sempre accesi microfono e telecamera. Ma una quota molto ampia, il 67%, mantiene la riunione come un sottofondo, mentre risponde alle mail, scrive messaggi o si dedica ad altre attività domestiche. Non a caso, due persone su cinque ammettono apertamente di fare altro mentre sono in riunione.

Poco meno della metà disturba lasciando il microfono aperto, il 40% si infastidisce quando più voci si sovrappongono, ma solo il 12% utilizza la funzione della mano alzata. Il risultato è spesso una comunicazione caotica, che alimenta la sensazione, piuttosto diffusa, che molte call avrebbero potuto essere evitate.

Le donne tendono a curare con attenzione luce, inquadratura e immagine, trasformando la call in uno spazio professionale ben definito. Gli uomini, invece, concentrano lo sguardo soprattutto sullo sfondo e adottano spesso l’uniforme simbolo dello smart working: camicia «da ufficio» sopra, pantaloncini e pantofole sotto.

Al di là delle abitudini, la ricerca restituisce un messaggio chiaro: i lavoratori chiedono un cambiamento. Il 45% vorrebbe riunioni più orientate a soluzioni concrete e risultati, mentre il 31% chiede incontri meglio organizzati e preparati. Le riunioni, nel lavoro contemporaneo, sembrano destinate a restare. Ma la vera sfida è farle funzionare meglio.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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