Facciamo una riunione? Chi non se l’è mai sentito dire? Queste ultime, del resto, in Italia, occupano una parte sempre più ampia delle giornate lavorative.
In presenza o davanti a uno schermo, in una sala aziendale o dal tavolo di casa, scandiscono il tempo e riempiono le agende. Ma, spesso, lasciano la sensazione di non aver davvero chiarito o deciso qualcosa.
Il nuovo Osservatorio ASUS Business–Research Dogma spiega che il 77% dei lavoratori italiani partecipa ogni settimana da una a cinque riunioni, considerando sia quelle in presenza sia quelle a distanza. In pratica, per molti significa una riunione al giorno. Le video call sono diventate strutturali: il 49% dei lavoratori ne affronta almeno una a settimana e il 19% è collegato quotidianamente.
Ma la percezione cambia a seconda del genere. Per il 24% degli uomini le riunioni sono troppe e spesso eccessivamente lunghe; per il 22% delle donne, invece, è l’opposto: gli incontri sono percepiti come insufficienti e il confronto come scarso.
Se si guarda a cosa accade durante le video call, il più della metà dei lavoratori (soprattutto uomini) tiene sempre accesi microfono e telecamera. Ma una quota molto ampia, il 67%, mantiene la riunione come un sottofondo, mentre risponde alle mail, scrive messaggi o si dedica ad altre attività domestiche. Non a caso, due persone su cinque ammettono apertamente di fare altro mentre sono in riunione.
Poco meno della metà disturba lasciando il microfono aperto, il 40% si infastidisce quando più voci si sovrappongono, ma solo il 12% utilizza la funzione della mano alzata. Il risultato è spesso una comunicazione caotica, che alimenta la sensazione, piuttosto diffusa, che molte call avrebbero potuto essere evitate.
Le donne tendono a curare con attenzione luce, inquadratura e immagine, trasformando la call in uno spazio professionale ben definito. Gli uomini, invece, concentrano lo sguardo soprattutto sullo sfondo e adottano spesso l’uniforme simbolo dello smart working: camicia «da ufficio» sopra, pantaloncini e pantofole sotto.
Al di là delle abitudini, la ricerca restituisce un messaggio chiaro: i lavoratori chiedono un cambiamento. Il 45% vorrebbe riunioni più orientate a soluzioni concrete e risultati, mentre il 31% chiede incontri meglio organizzati e preparati. Le riunioni, nel lavoro contemporaneo, sembrano destinate a restare. Ma la vera sfida è farle funzionare meglio.

