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Taglio del cuneo fiscale: i guadagni in busta paga fino ai 35mila euro di reddito

La misura messa in cantiere dal governo Meloni farebbe pesare gli stipendi fino a 87 euro in più

Il governo Meloni ha appena licenziato un Def nel quale prevede il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi in modo tale da mettere al riparo le famiglie dal caro-inflazione e contemporaneamente tutelare le imprese affinché non ricadano su di esse gli aumenti contrattuali.
Ora c’è un tesoretto da 3 miliardi di euro da sfruttare. Il che significa anche prendere in considerazione la possibilità di raddoppiare il primo taglio al cuneo già varato nella prima legge di bilancio firmata dall’esecutivo di centrodestra.
Si tratterebbe di una sforbiciata di 6 punti per i redditi fino a 25 mila euro e di 4 fino a 35 mila.
E’ stato calcolato così che il beneficio lordo oscillerebbe tra i 700 e i 1400 euro l’anno.
Nello specifico, con la nuova ipotesi di taglio del cuneo contributivo, i vantaggi per i lavoratori dipendenti si tradurrebbero in queste cifre: per i redditi fino a 12.000 euro, con un taglio del 6%, il guadagno lordo annuo sarebbe di 720 euro (al netto dell’Irpef, 554) con un guadagno netto mensile di 43 euro.
Per i redditi fino a 15.000 euro, il guadagno netto mensile cresce di 10 euro. Per i redditi fino a 18.000 euro, l’ipotesi del taglio percentuale del 6% significherebbe avere una busta paga più pesante di 62 euro. Se il tetto si alza a 20.000 euro di reddito, il guadagno netto mensile arriverebbe a 69 euro. A 22.000, si tocca quota 76 euro. A 25.000, 87 euro, il massimo del beneficio con l’ipotesi di taglio che è al vaglio.
Per i redditi da 30.000 euro, infatti, l’ipotesi di taglio del cuneo contributivo calerebbe dal 6% al 4% e si tradurrebbe in 60 euro. Mentre, per l’ultimo scaglione, i redditi lordi da lavoro dipendente fino a 35.000 euro, il guadagno netto mensile sarebbe di 70 euro.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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