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Come reagisce il mondo del lavoro al gran caldo di questi giorni?

Ancora a macchia di leopardo: in Puglia e alla Stellantis di Pomigliano d'Arco due esempi opposti

Fa troppo caldo: il mondo del lavoro ha imparato a proteggersi? In questi giorni, si osservano esperienze di segno opposto. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il 10 luglio scorso, ha emanato un’ordinanza urgente per il divieto di attività lavorativa nei cantieri edili e nel settore florovivaistico, in condizioni di esposizione prolungata al sole. A Pomigliano d’Arco, invece, i lavoratori dello stabilimento Stellantis del reparto plastica hanno dovuto incrociare le braccia per circa due ore a seguito delle condizioni del microclima che, secondo le tute blu, sarebbe stato proibitivo. “E pensare che nell’ultimo incontro svoltosi a Torino con i vertici aziendali, l’amministratore delegato, Carlos Tavares, aveva annunciato che non vi sarebbe stato alcun tetto di spesa per garantire la sicurezza dei lavoratori”, si è lamentato il responsabile automotive per la Fiom di Napoli, Mario Di Costanzo.

E quindi: regione che vai, azienda in cui si lavora, condizioni e diritti che si trovano.

“In Puglia – si legge nell’ordinanza di Emiliano – fino al 31 agosto 2024 è vietato il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12.30 alle ore 16, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore florovivaistico e nei cantieri edili, nei soli giorni in cui la mappa del rischio pubblicata alla pagina web www.worklimate.it/scelta-mappa/soleattivita-fisica-alta/, riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12, segnali un livello di rischio “ALTO”.

L’innalzamento delle temperature tipico dell’estate – ha sottolineato il Governatore – renderà rischioso lo svolgimento dell’attività lavorativa soprattutto nei settori per i quali il lavoro viene svolto prevalentemente in ambiente esterno. L’elevata temperatura dell’aria, l’umidità e la prolungata esposizione al sole rappresentano un pericolo per la salute dei lavoratori esposti per lunghi periodi di tempo alle radiazioni solari, a rischio di stress termico e colpi di calore con esiti anche letali”.

Sta di fatto che, come accennavamo, questo non vale a Pomigliano: “All’interno delle officine del reparto plastica – ha raccontato Di Costanzo al Corriere del Mezzogiorno – il clima è divenuto proibitivo: il caldo asfissiante impediva ogni attività. Quindi ci chiediamo se non vi siano responsabilità da parte di qualche preposto che fa lavorare gli operai in quelle condizioni nonostante le parole di Tavares sulla sicurezza e la salute dei lavoratori…”

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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