
Tre anni di università e poi le porte del mercato del lavoro sono spalancate nel mondo delle professioni sanitarie: 85% di occupazione dopo 12 mesi a livello nazionale, certifica il consorzio Almalaurea. Tassi altissimi rispetto ad altri corsi. E si prevede che in futuro il fabbisogno cresca ulteriormente.
Così, presso l’Università di Udine, ad esempio, dove i termini per le iscrizioni alle prove d’ingresso ai corsi abilitanti per le professioni sanitarie all’Università sono scaduti oggi, a 24 ore dalla scadenza, avevano presentato domanda in più di 530 aspiranti studenti di infermieristica, tecniche di laboratorio, educazione professionale, fisioterapia, tecniche di radiologia, assistenza sanitaria e ostetricia. Le ultime due si tengono insieme con Trieste.
Cristina Disint, responsabile area servizi agli studenti per l’ateneo friulano ha avuto modo di commentare: “Naturalmente, sono percorsi che richiedono un determinato impegno. Hanno un’attività di tirocinio importante su tutti e tre gli anni. E quindi hanno una capacità d’inserimento nel lavoro molto elevata. La distribuzione nei vari percorsi è abbastanza equilibrata. Sicuramente fisioterapia è tra i più richiesti”.
Sono 371 i posti a disposizione nei vari corsi, che per qualità della didattica a Udine sono tra i migliori d’Italia secondo una classifica del Censis.
La parte del leone la fa infermieristica, con oltre 200 iscrizioni possibili tra Udine e Pordenone.
Inoltre, se il test d’ingresso per le professioni sanitarie resta, non è così per Medicina, dove è stato introdotto un semestre filtro al termine del quale due iscritti su tre saranno esclusi sulla base di esami da svolgere presumibilmente a febbraio. Costoro potranno però accedere a corsi affini, tra cui proprio quelli delle professioni sanitarie.
Disint prevede che potranno essere ammessi in sovrannumero entro il 20% dei posti disponibili sulla sede.