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Cnel, una proposta per facilitare il reinserimento lavorativo dei detenuti

L'ente guidato da Renato Brunetta proporrà un disegno di legge nell'ambito del progetto "Recidiva zero"

Ieri, il Cnel ha approvato un documento di “Osservazioni e Proposte in materia di studio, formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere” che si inserisce nel quadro del programma “Recidiva Zero”, realizzato in collaborazione con il Ministero della Giustizia e da cui l’anno scorso è scaturito un disegno di legge Cnel per facilitare l’inclusione socio-lavorativa dei detenuti.

“L’obiettivo – ha spiegato il presidente Renato Brunetta – è di agevolare in maniera sistematica il collegamento tra imprese e istituti penitenziari, al fine di dare piena operatività all’accordo che il Cnel ha siglato con 16 organizzazioni datoriali qualche settimana fa, in occasione della seconda edizione di Recidiva Zero. Inoltre, dal documento di Osservazioni e Proposte potrà scaturire già nel mese di settembre un ulteriore disegno di legge del Cnel, in continuità e integrazione con quello presentato lo scorso anno e tuttora all’esame del Parlamento”.

Il documento si propone di riformare l’ordinamento penitenziario promuovendo l’equiparazione dei diritti tra lavoratori liberi e detenuti, e l’attivazione di una rete interistituzionale per attrarre risorse e creare occupazione. Centrale è il ruolo del Segretariato Permanente istituito presso il Cnel, che funge da hub operativo tra istituzioni, imprese, sindacati e Terzo settore. Il documento include proposte per la modifica del regolamento penitenziario, il potenziamento della legge Smuraglia, l’uso della piattaforma SIISL per l’inclusione lavorativa e lo sviluppo della formazione scolastica e universitaria in carcere.

Per il Cnel, la riduzione della recidiva è un indice misurabile della capacità di un sistema di trasformare la sanzione penale in opportunità di cambiamento. “In quest’ottica – si legge in una nota dell’istituto – le proposte che il CNEL intende promuovere non possono prescindere dal pieno rispetto e dalla concreta attuazione dell’art. 27 della Costituzione, né dagli standard europei in materia di condizioni detentive che riconoscono alle pene una funzione rieducativa, ponendo al centro la dignità della persona e la sicurezza relazionale. In una fase in cui il Cnel si fa promotore di un ripensamento profondo del sistema penitenziario in chiave inclusiva, è quindi fondamentale che ogni intervento normativo contribuisca alla costruzione di percorsi di reinserimento efficaci e duraturi, affrontando le radici sociali dell’esclusione non limitandosi al contenimento delle sue espressioni, realizzando quel ponte tra carcere e società, quale strumento per raggiungere l’ambizioso obiettivo Recidiva Zero”.

A tal fine, per l’ente guidato da Brunetta, è fondamentale che sia sempre più riconosciuto e valorizzato in tutte le sedi istituzionali e nei processi organizzativi di funzionamento del sistema di governance il ruolo dei corpi intermedi, a partire da quello delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni dei datori di lavoro e del terzo settore, sia in ambito CNEL che attraverso l’autonoma azione che le singole forze sociali, economiche e del mondo del lavoro possono imprimere a livello centrale e nei singoli territori.

Le priorità indicate nel documento approvato dal Cnel sono sette. Riconoscere pienamente il lavoro penitenziario attraverso la puntuale e concreta applicazione dei ccnl di riferimento e l’inserimento in percorsi formativi certificati; valorizzare la contrattazione di secondo livello e l’individuazione di istituti contrattuali ad hoc (flessibilità oraria, permessi, congedi, etc.) per l’esercizio e la tutela dell’attività lavorativa dei detenuti; promuovere in modo stabile e strutturale la presenza dei servizi sociali, fiscali e previdenziali negli istituti, a garanzia di una rete reale di accompagnamento alla persona, valorizzando buone pratiche, esperienze, protocolli e accordi già esistenti in diversi Istituti; dare piena effettività alle commissioni ex art. 20 dell’Ordinamento penitenziario; consolidare il ruolo delle cabine di regia territoriali e del Segretariato permanente, quali strumenti operativi di una governance condivisa, trasparente e valutabile; favorire una diffusa attività formativa per sostenere nella popolazione detenuta/fine pena le competenze della cittadinanza digitale, nonché il loro reinserimento lavorativo e sociale. Progettare e realizzare: interventi di orientamento individuale/di gruppo e laboratori formativi che facilitino l’acquisizione o il recupero delle competenze di base, trasversali e sociali; iniziative di formazione tecnico professionale per sperimentare percorsi che rispondano alle esigenze di manodopera delle imprese e percorsi professionalizzanti modulari e di qualifica; assicurare una governance della formazione tra rete interna e rete esterna, sia per valorizzare le competenze delle persone detenute, sia per concretizzare l’inserimento e il reinserimento della persona nel mercato del lavoro, favorendo l’incontro tra la domanda e l’offerta.

Le proposte specifiche che avanza l’ente, quindi, si possono riassumere così: semplificazione e digitalizzazione delle procedure, nell’ottica di “snellire la burocrazia”; aggiornamento degli importi, estensione temporale e stabilità degli incentivi previsti dalla legge Smuraglia; ampliamento categoria beneficiarie; inclusione nelle categorie protette per gli obblighi di assunzione; premialità per i soggetti che utilizzano tutti i fondi a disposizione e penalità per quelli che non riescono ad utilizzarli tutti; promozione delle produzioni carcerarie.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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