
In una lettera indirizzata al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il presidente nazionale dell’Associazione Unione Tributaristi Italiani, Simone Germani, ha espresso preoccupazione e richiesto il rinvio della scadenza del 31 ottobre, fissata per l’invio delle dichiarazioni e per l’adesione al Concordato Preventivo Biennale (CPB). La richiesta è motivata dall’incertezza e dalle difficoltà applicative che stanno emergendo riguardo a questo strumento fiscale, introdotto per la prima volta quest’anno.
Le motivazioni della richiesta di rinvio
Nella sua lettera, Simone Germani ha sottolineato come, man mano che si avvicina la data di scadenza, le criticità legate al CPB stiano diventando sempre più evidenti. Secondo quanto riportato, queste problematiche sono emerse non solo attraverso le numerose istanze ricevute dagli iscritti all’associazione, ma anche dai colleghi e dagli operatori del settore, durante l’incontro tenutosi presso la Camera il 4 ottobre scorso.
Il principale problema rilevato riguarda la tendenza degli operatori a non aderire al CPB, non tanto per mancanza di convenienza, ma per una serie di motivazioni specifiche:
Difficoltà di prevedere scenari futuri: Incertezza sugli sviluppi normativi e sui rischi legati a eventuali cause di decadenza o cessazione del concordato.
Difficoltà di applicare il ravvedimento speciale: La misura, istituita di recente per gli anni dal 2018 al 2022, risulta complessa da valutare e applicare in maniera tempestiva.
Periodo di scadenze intense: Gli operatori economici sono già sotto pressione per le numerose scadenze fiscali in corso, rendendo complicato un esame approfondito sull’opportunità di aderire al CPB.
Richiesta di rinvio e proposte per migliorare la situazione
Germani ha auspicato un rinvio della scadenza del 31 ottobre, sottolineando come una proroga permetterebbe agli operatori economici di effettuare valutazioni più precise e ponderate riguardo all’adesione al concordato. Ha inoltre proposto di ripristinare, almeno per il 2024, la scadenza originaria del 30 novembre per l’invio dei modelli dichiarativi. Questo consentirebbe di avere un periodo più ampio per analizzare le recenti normative e i chiarimenti forniti dalle autorità.
Le conseguenze di un eventuale rinvio
Secondo Germani, un rinvio della scadenza non solo aumenterebbe la chiarezza e la trasparenza del CPB per i contribuenti, ma potrebbe anche ridurre significativamente il numero di contestazioni per errata applicazione dello strumento. Una maggiore adesione, infatti, si tradurrebbe in una minore probabilità di errori e controversie future.
Il presidente dell’Associazione Unione Tributaristi Italiani ha concluso la lettera esprimendo la convinzione che una maggiore chiarezza e un’estensione del termine consentirebbero di raggiungere risultati più efficaci e di consolidare la fiducia degli operatori economici nel concordato.
Contatti per ulteriori informazioni
L’Associazione Unione Tributaristi Italiani ha messo a disposizione i propri canali di comunicazione per chi volesse ulteriori informazioni o chiarimenti (mail: info@unionetributaristi.it, PEC: unionetributaristi@pec.it).
L’auspicio è che il ministro Giorgetti prenda in considerazione questa richiesta, valutando l’opportunità di prorogare i termini per consentire un’adesione più consapevole e informata al CPB da parte dei contribuenti.