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La rincorsa dei salari: ecco i numeri della Cisl

Le retribuzioni nel primo semestre 2025 sono cresciute del 3,5% rispetto allo stesso periodo precedente ma restano inferiori di circa 9 punti rispetto a quelle del 2019

Le retribuzioni contrattuali nel primo semestre 2025 sono cresciute del 3,5% rispetto allo stesso periodo precedente ma se guardiamo al dato depurato dall’inflazione restano inferiori di circa 9 punti rispetto a quelle del 2019.

Lo scrive la Cisl nel Report appena pubblicato sui salari spiegando che l’inflazione nel periodo è stata del 17,4% mentre l’aumento salariale monetario è stato dell’8,3%.

La situazione migliora se consideriamo anche l’intervento fiscale.

I redditi da lavoro dipendente, dopo gli interventi fiscali son cresciuti del 14,5%, nell’area “bassa” (divario residuo: rispetto all’inflazione di 2,9 punti), del 14,9% nell’area mediana (divario residuo 0,5 punti) e del 12% nell’area alta (divario residuo di 5,4 punti).

Nello specifico, il sindacato guidato da Daniela Fumarola scrive che il suo secondo Report sulla Contrattazione Collettiva Nazionale “conferma la vitalità e l’efficacia del sistema contrattuale italiano, con risultati significativi nella riduzione della vacanza contrattuale e nel miglioramento delle condizioni retributive per milioni di lavoratori”.

Per la Cisl, “cresce la percentuale di lavoratori del settore privato coperti da CCNL rinnovati, passata dal 56% di fine 2024 al 65% a giugno 2025, coinvolgendo oltre 9,5 milioni di lavoratori. Crescita della dinamica delle retribuzioni contrattuali del 3,5% nel primo semestre, con previsioni ISTAT di consolidamento al 3,1% per l’intero 2025. Il sostanziale recupero delle retribuzioni nette per i redditi medio-bassi (dal Rapporto INPS 2025) attraverso l’effetto combinato di contrattazione collettiva e politiche fiscali sostenute dalla Cisl”.

Il sindacato, poi, mette in evidenza che “a fronte di un’inflazione cumulata del 17,4% dal 2019 al 2024: Redditi bassi: +14,5% netti (divario residuo: solo 2,9 punti) Redditi mediani: +16,9% netti (divario residuo: 0,5 punti) Redditi alti: +12,0% netti (divario residuo: 5,4 punti). contrariamente alla percezione di frammentazione, i dati confermano la solidità strutturale del nostro sistema contrattuale con il 99,3% dei lavoratori coperto da soli 204 contratti principali di oltre 96% coperti da contratti sottoscritti da CGIL CISL UI”

“I dati dimostrano concretamente che l’azione contrattuale sindacale, integrata con politiche fiscali mirate, ha prodotto una redistribuzione progressiva sulle retribuzioni nette. Queste politiche sono oggi da rilanciare per la crescita delle retribuzioni dei redditi medi e bassi”, dichiara Mattia Pirulli, Segretario Confederale Nazionale Cisl.

“Il Report evidenzia la necessità di accelerare i rinnovi contrattuali per proseguire con il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni, con particolare urgenza nel settore meccanico e nel pubblico impiego, rafforzare la lotta al dumping contrattuale soprattutto nel terziario di mercato, l’estensione del diritto alla contrattazione decentrata di produttività a tutte le lavoratrici e i lavoratori ed attuare forme innovative di partecipazione in linea con la legge 76/2025.

“Secondo la Cisl – conclude Mattia Pirulli – serve oggi un grande Patto tripartito per rilanciare centralità e protagonismo del lavoro, affrontando le sfide tecnologiche e dell’intelligenza artificiale e individuando interventi condivisi su obiettivi strategici. Significa, tra l’altro, remare uniti per il rilancio industriale e dei servizi, per far crescere salari e produttività, innovazione e formazione, partecipazione e qualità del lavoro, incentivando anche l’occupazione giovanile e femminile. Su questi temi ci aspettiamo risposte concrete a partire dalla Legge di Bilancio”.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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