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Domenica è la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro (e i sindacati?)

La Cgil, l'organizzazione dei lavoratori più grande del Paese, sembra impegnata solo a indire scioperi Pro Pal

Mentre il più grande sindacato italiano, la Cgil di Maurizio Landini, sembra impegnato solo a indire scioperi per la Palestina, dopodomani, domenica 12 ottobre, si celebrerà la 75esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.

Questa ricorrenza, drammaticamente attuale, affonda le sue radici nella storia dell’Anmil: il Comitato Esecutivo dell’Associazione, nella riunione tenuta a Firenze il 26 novembre 1950, deliberò che il 19 marzo di ogni anno sarebbe stata celebrata in tutta Italia la “Giornata del Mutilato del Lavoro”, e che in tale occasione sarebbero stati consegnati i Distintivi d’onore e i Brevetti ai Grandi Invalidi.

E quindi: non solo di politica estera si vive. Un sindacato nasce prima di tutto per tutelare i diritti dei suoi iscritti, i lavoratori. E, di conseguenza, dovrebbe occuparsi soprattutto di tematiche legate al mondo del lavoro.

Landini e i suoi fratelli, quindi, dovrebbero ricordare che la prima “Giornata Nazionale del Mutilato” si tenne a Roma il 19 marzo 1951 e per l’occasione, il giorno precedente l’allora Presidente Nazionale Anmil Bartolomeo Pastore tenne un discorso di presentazione dell’iniziativa alla radio, fatto di eccezionale rilevanza per l’epoca. Lo scopo era quello di ricordare all’opinione pubblica, alle Istituzioni ed alle forze politiche la necessità di concentrare la propria attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e di garantire la giusta tutela alle vittime del lavoro e alle loro famiglie.

Con direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 aprile 1998 tale ricorrenza è stata istituzionalizzata su richiesta dell’Anmil nella terza domenica di maggio; successivamente, con Direttiva del 7 marzo 2003 la Giornata è stata differita alla seconda domenica di ottobre di ogni anno.

Lo spirito della Giornata è rimasto invariato in oltre mezzo secolo, sebbene si sia arricchito di nuove, legittime istanze: oggi costituisce, o dovrebbe costituire, un doveroso momento di riflessione sul sacrificio di chi ha perso la vita nello svolgimento della sua professione, nonché un’occasione per rivendicare la centralità dei diritti di ogni lavoratore.

La manifestazione, inoltre, vuole essere una ricorrenza comune in tutte le province italiane, a sottolineare che questo fenomeno purtroppo non conosce confini né provinciali né regionali e deve vedere il nostro Paese unito in questa battaglia per la sicurezza.

 

 

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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