
Si aprono nuove prospettive di studio e lavoro sull’asse Italia-Giappone, due Paesi legati da una forte cooperazione in campo economico e scientifico.
Il merito è della legge 136 dello scorso 17 settembre. Attraverso questa norma, infatti, l’Italia ha ratificato e dato esecuzione all’accordo tra il proprio governo e quello del Giappone in materia di vacanza-lavoro, sottoscritto a Roma il 2 maggio 2022.
Ma che cosa prevede, in dettaglio, questo patto in materia di vacanza-lavoro? Il testo stabilisce che ciascuna parte, a titolo gratuito, rilasci un visto per vacanza-lavoro al cittadino dell’altro Paese che abbia un’età compresa tra 18 e 30 anni. Il visto sarà valido per un anno e consentirà di esercitare, senza permesso di lavoro, un’attività professionale, anche non necessariamente presso lo stesso datore di lavoro, per un periodo non superiore a sei mesi come attività accessoria delle vacanze. Ciascuna parte determinerà annualmente il numero di visti che potranno essere rilasciati per vacanze-lavoro.
Di conseguenza i giovani giapponesi, che sul territorio nazionale svolgono attività di ricerca o un lavoro occasionale nell’ambito di programmi di scambi secondo gli accordi internazionali in vigore per l’Italia, potranno entrare nel Paese in ogni momento dell’anno e al di fuori delle quote autorizzate dai decreti flussi, beneficiando proprio del visto di ingresso per vacanze-lavoro.
La legge 136, appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale, si propone di dare nuovo impulso alle relazioni tra Italia e Giappone che già sono particolarmente strette. A livello economico, per esempio, l’accordo di partenariato economico siglato dall’Unione europea e dal Paese del Sol Levante ha avuto un impatto particolarmente positivo sull’Italia. Il nostro Paese, infatti, è quello che ha maggiormente beneficiato delle facilitazioni tariffarie inserite nell’accordo di libero scambio: le esportazioni di prodotti nazionali verso il Giappone sono aumentate a ritmi elevatissimi, con punte di oltre il 20%, superando ampiamente il valore di dieci miliardi di euro.
E, per il futuro, la cooperazione tra Italia e Giappone promette di dare ulteriori, importanti risultati. Attualmente il Giappone già ospita numerosi ricercatori italiani in diversi atenei e centri di sviluppo impegnati soprattutto nello sviluppo di tecnologie avanzate. L’Agenzia spaziale giapponese collabora con quella italiana in molti progetti, uno dei quali ha riguardato la definizione di diverse parti della stazione spaziale internazionale che orbita intorno alla Terra. Altri settori in cui la cooperazione tra Italia e Giappone potrà dare enormi frutti sono la ricerca in campo medico, le energie rinnovabili e l’intelligenza artificiale. E, con la legge recentemente approvata ed entrata in vigore, c’è da giurare che sarà tutto più facile.