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Formazione, il boom delle Academy d’impresa

Le industrie del Made in Italy puntano sempre più su di loro per formare nuove competenze

In Italia si registra un vero e proprio boom delle Academy d’impresa. In vent’anni, sono crescite da 23 a 232. Si può affermare che tutta l’industria del Made in Italy sia in prima linea per costruire, insieme a scuole, Its Academy e atenei, le competenze per crescere e innovare.

“Che si chiamino Corporate University, Corporate Academy, Academy aziendali, si tratta di strutture stabili all’interno di un’azienda che istituzionalizzano la formazione e le danno dignità”, spiega Emilio Bellini, docente di Leadership and Innovation al Politecnico di Milano. La loro funzione: allineare costantemente la conoscenza disponibile internamente con gli obiettivi tracciati dalla strategia aziendale.

Il fenomeno, che non riguarda solo le grandi aziende ma anche le piccole e medie, è in forte ascesa: solo in Italia il numero delle Academy aziendali è salito dalle 25 del 2010 alle 232 del 2024, di cui 79 soltanto in Emilia Romagna (Rapporto Assoknowledge 2025). Più della metà ha un’infrastruttura fisica dedicata. Una crescita che non può essere letta come fenomeno passeggero, ma è indicativa di un cambiamento in corso.

Ed ecco l’Università del Caffè di Illy, nata nel 1999 con l’intento di promuovere e migliorare la conoscenza di tutta la filiera. Rivolta ai baristi, ai coltivatori e ai produttori ma anche agli appassionati: sede a Trieste, ha 23 filiali in tutto il mondo. O la Mediolanum Corporate University, inaugurata nel 2009, con i suoi 100 relatori appartenenti alla rete di family banker, dipendenti e manager del gruppo, che vuole invece veicolare strategie, sapere aziendale e patrimonio esperienziale della banca. O infine la Human Academy di NTT Data, multinazionale giapponese di servizi di consulenza e IT, che con più di 7 mila corsi fruibili online e circa 2.300 certificazioni tecniche e metodologiche, permette ai dipendenti di sviluppare soft skill e competenze su Information & Communication Technology e trasformazione digitale.

“Non esiste un modello unico», conferma Bellini. “Ogni azienda progetta la propria Academy a seconda delle esigenze. Ci sono quelle più focalizzate sull’addestramento, che hanno contenuti operativi e verticali e si rivolgono in genere al personale che deve svolgere funzioni tecnico-operative. E quelle di “formazione”, che trasmettono contenuti orizzontali, cioè metodologie, approcci, strumenti o tematiche manageriali come la leadership o la gestione dei team. La loro evoluzione nel tempo ha seguito infatti due direttrici principali. Alcune (possiamo chiamarle employee driven) sono create per favorire lo sviluppo delle competenze e della crescita dei dipendenti, altre (value driven) sono a supporto del business e della creazione di valore”.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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