Il crollo della Torre dei Conti uccide un operaio e sa di beffa: sono appena entrate in vigore le nuove regole volute dal Governo
        			Purtroppo, Octay Stroici, l’operaio 66enne di origine romena rimasto sepolto per undici ore sotto i detriti della Torre dei Conti, a Roma, non ce l’ha fatta: va ad allungare la tragica lista dei morti sul lavoro.
Il suo tragico destino lascia particolarmente l’amaro in bocca perché appena quattro giorni fa, il 31 ottobre 2025, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto-Legge n. 159 che introduce un pacchetto di norme urgenti in materia di salute, sicurezza sul lavoro e protezione civile.
Il decreto prevede una revisione delle tariffe Inail a partire dal 1° gennaio 2026. L’obiettivo è aggiornare le aliquote di oscillazione in bonus o in malus in base all’andamento infortunistico aziendale, premiando le imprese che investono nella sicurezza e penalizzando quelle con elevati indici di infortunio. L’Inail potrà dunque ricalcolare la contribuzione tenendo conto di nuovi criteri di rischio e delle misure preventive effettivamente adottate. Si tratta di un intervento strutturale che mira a rendere il sistema assicurativo più equo e meritocratico, incentivando la cultura della prevenzione.
Una specifica disposizione riguarda il settore agricolo, nel quale viene avviata una revisione delle aliquote contributive per garantire coerenza con gli equilibri della gestione tariffaria e con le peculiarità stagionali e settoriali del comparto. La misura punta a semplificare il calcolo dei contributi e a riequilibrare il peso contributivo tra piccole e grandi aziende agricole, anche in considerazione delle diverse tipologie di rischio connesse alle lavorazioni.
Le imprese che, nei due anni precedenti, abbiano subito condanne definitive per violazioni gravi in materia di sicurezza non potranno accedere ai bonus e alle riduzioni dei premi assicurativi INAIL. La norma ha una chiara finalità deterrente: evitare che i vantaggi economici previsti per le aziende virtuose possano essere fruiti da chi non rispetta le norme sulla tutela della salute dei lavoratori.
l decreto valorizza il fascicolo elettronico del lavoratore, già previsto dal sistema informativo del Ministero del Lavoro, come strumento di tracciabilità delle competenze acquisite, delle formazioni svolte e delle abilitazioni ottenute. I datori di lavoro saranno tenuti a consultarlo e aggiornarlo costantemente in occasione di nuove assunzioni, corsi o cambi di mansione. L’obiettivo è creare una banca dati unica e verificabile della formazione sulla sicurezza, utile anche ai fini ispettivi e assicurativi.
Entro il 31 dicembre 2026 dovranno essere ridefinite, in sede di Conferenza Stato-Regioni, le procedure per l’accertamento di tossicodipendenza e alcol dipendenza nei luoghi di lavoro. Si tratta di un aggiornamento atteso da anni, volto ad allineare i controlli alle più recenti evidenze medico-scientifiche e a rendere omogenee le prassi applicative tra le diverse regioni. Le nuove regole stabiliranno modalità operative, soggetti abilitati e tempi di validità degli accertamenti, con particolare attenzione alle mansioni a rischio (autotrasporto, edilizia, sanità, ecc.).
L’INAIL diventa snodo informativo centrale per la raccolta e la trasmissione dei dati relativi alla formazione, alle asseverazioni e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
Il decreto ribadisce l’obbligo, già previsto dal D.Lgs. 81/2008, di manutenere, sostituire e sanificare regolarmente i dispositivi di protezione individuale (DPI). La novità sta nell’enfasi posta sul controllo periodico e documentato dell’efficienza dei dispositivi, con possibili riflessi anche in sede assicurativa. Il datore di lavoro deve garantire che i DPI siano sempre efficienti, adeguati alla mansione e igienicamente idonei.
l DL 159/2025 segna un passo importante verso un modello di prevenzione più dinamico e premiante, con un sistema contributivo che valorizza le imprese virtuose e una maggiore integrazione tra sicurezza, formazione e controllo. L’obiettivo dichiarato è chiaro: ridurre in modo strutturale il numero di infortuni e morti sul lavoro, rafforzando la responsabilità condivisa di imprese, lavoratori e istituzioni.
            
