La Corte Costituzionale ha riconosciuto un principio chiave per la democrazia nei luoghi di lavoro: il diritto di costituire una Rappresentanza Sindacale Aziendale (RSA) non può dipendere esclusivamente dalla firma di un contratto collettivo. Una decisione che cambia lo scenario sindacale italiano, accogliendo il ricorso presentato dalla sezione modenese di ORSA, il sindacato attivo nel settore dei trasporti.
Il nodo riguardava l’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori, che fino ad oggi permetteva la costituzione di una RSA solo a quei sindacati firmatari del contratto applicato in azienda. Una clausola che di fatto escludeva sigle con forte rappresentatività reale, ma esterne alla firma dei contratti collettivi.
Il caso, nato all’interno dell’azienda di trasporto pubblico SETA spa, ha portato la Consulta ad affermare un principio nuovo: conta la reale rappresentatività tra i lavoratori, non la firma formale dei contratti. Una rivoluzione nelle relazioni industriali.
Con questa decisione:
- I sindacati realmente radicati tra i lavoratori potranno avere una RSA anche senza aver sottoscritto il contratto.
- Le aziende non potranno più escludere automaticamente un sindacato dalla scena aziendale.
- La partecipazione dei lavoratori si amplia: cresce il pluralismo sindacale, si valorizza la libertà di scelta.
Un segnale forte, che va oltre il caso modenese: la democrazia sindacale non può restare legata a schemi chiusi. Ora il legislatore dovrà adeguare le norme, ma la direzione è tracciata. E per molti lavoratori, significa finalmente poter essere rappresentati da chi sentono veramente vicino.

