
Almeno 29 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di oggi negli attacchi dell’esercito israeliano a Gaza.
Il bilancio include 20 persone, tra cui cinque giornalisti e un membro della protezione civile, rimaste vittima di in un attacco con un drone che ha preso di mira il complesso ospedaliero Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza.
Il governo di Gaza controllato da Hamas ha reso noto che tra i quattro giornalisti uccisi ci sono un fotografo dell’agenzia di stampa Reuters e un reporter dell’emittente statunitense NBC. Il fotoreporter della Reuters, riferisce Al Jazeera, era Hossam al-Masri. Le altre vittime erano il fotoreporter della stessa Al Jazeera, Mohammed Salama, Mariam Abu Daqa, un giornalista che collaborava con diversi media, tra cui l’Independent Arabic e l’Associated Press, e Moaz Abu Taha che in un primo momento era stato indicato come dipendente della rete tv statunitense Nbc, ma l’emittente ha smentito. Secondo Sky News, il quinto reporter ucciso è Ahmed Abu Aziz, morto a causa delle ferite riportate dopo i raid.
La notizia ha provocato la reazione congiunta dei presidenti nazionali dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli.
“Ancora un raid mirato su un ospedale, ancora professionisti sanitari, pazienti e giornalisti uccisi dall’esercito israeliano, per giunta con un drone di precisione e con un doppio colpo – scrivono in una nota – Ormai il massacro di civili non ha più limiti, come non ci sono più limiti nel colpire sia i giornalisti che il personale medico, entrambi impegnati a garantire diritti umani internazionali come quello alla salute e quello all’informazione. Occorre mettere fine a queste uccisioni indiscriminate, la comunità internazionale non può limitarsi a parole di condanna di circostanza. E’ necessario garantire l’agibilità della stampa, permettendo anche l’accesso in sicurezza a quella internazionale, e consentire ai medici di svolgere il loro mestiere, quello di salvare vite umane”.
Si registra intanto anche l’intervento delle Nazioni Unite, che hanno insistito sul fatto che giornalisti e ospedali non dovrebbero mai essere presi di mira, dopo l’attacco israeliano. “L’uccisione di giornalisti a Gaza dovrebbe sconvolgere il mondo, non spingendolo a un silenzio attonito, ma ad agire, chiedendo responsabilità e giustizia”, ha dichiarato la portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani, Ravina Shamdasani.
I giornalisti non sono un bersaglio.
Gli ospedali non sono un bersaglio