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Lavoro notturno, gli studi che certificano i danni alla salute

Non si tratta solamente di stanchezza o affaticamento, ma di vere e proprie alterazioni organiche

Il lavoro notturno, indispensabile in tanti settori, in particolare nelle realtà sanitarie, può compromettere profondamente l’equilibrio fisiologico del corpo umano.

Negli ultimi anni, un crescente numero di studi scientifici ha messo in luce gli effetti negativi di questa esposizione prolungata: non si tratta solamente di stanchezza o affaticamento, ma di vere e proprie alterazioni organiche, immunitarie e ormonali che possono avere conseguenze significative sulla salute a lungo termine.

Una serie di recenti pubblicazioni su riviste internazionali ha analizzato in dettaglio le ripercussioni del lavoro notturno sulle infermiere, una categoria professionale particolarmente esposta a tali ritmi. Dai dati emerge un quadro inequivocabile: il lavoro notturno modifica i ritmi biologici intrinseci e favorisce l’insorgenza di patologie, anche gravi.

Maggiore vulnerabilità alle infezioni, maggior rischio di tumore al seno, disregolazione del ritmo circadiano, il meccanismo interno, il nostro “orologio biologico”, ma non solo: uno studio ungherese, pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, ha esaminato la salute oculare di 35 partecipanti, età media di 43 anni, a predominanza femminile (il 54%) con una media di diciannove anni di turni notturni regolari. I risultati di questa analisi retrospettiva hanno evidenziato variazioni significative nei parametri corneali, specificamente un’alterazione del ritmo di idratazione, dello spessore e della curvatura della cornea.

Nello studio, tutte i partecipanti turnisti mostravano fluttuazioni periodiche significative in tutti i parametri corneali analizzati (K1/K2 delle superfici anteriore e posteriore, astigmatismo della superficie anteriore, pachimetria e ISV).

Questo suggerisce che l’occhio si adatta alle condizioni imposte dal lavoro notturno, ma lo fa modificando le sue caratteristiche strutturali, con potenziali implicazioni sulla qualità visiva e la salute oculare a lungo termine. Gli autori sottolineano che la privazione costante di sonno influisce sulle proprietà corneali e che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti a lungo termine.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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