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Perché in Italia un manager viene pagato mille volte tanto un suo dipendente?

Dopo l'allarme di Mattarella, il giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo ha tentato di dare una risposta

L’ha detto chiaro e tondo il Presidente Mattarella: in Italia, un manager può arrivare a guadagnare mille volte più di un suo dipendente. Ed è un qualcosa che grida vendetta.

Ma perché si è arrivati a tanto?

Una risposta ha tentato di darla domenica sulle pagine del Corriere della Sera Aldo Cazzullo, secondo il quale si è arrivati a questo punto in quanto il nuovo capitalismo prescinde totalmente dalla produzione.

A un lettore del CorSera che si augurava che l’allarme di Mattarella sugli squilibri tra salari e stipendi non cada nel vuoto, Cazzullo ha risposto così: “Adriano Olivetti sosteneva che nessun manager dovesse guadagnare dieci volte più rispetto al dipendente meno pagato. San Francesco sosteneva che ognuno andasse remunerato non secondo la propria autorità, ma secondo il proprio lavoro. Ma non soltanto oggi noi paghiamo i manager mille volte più dei dipendenti, come come denuncia giustamente il Presidente Mattarella; paghiamo l’autorità, non il lavoro. Lo status, non il merito. Altrimenti manager che hanno lavorato male, che non soltanto hanno mandato a casa operai ma hanno impoverito azionisti, non andrebbero via con decine di milioni di euro di bonus: non viene pagato il merito ma lo status, San Francesco avrebbe detto l’autorictas”

Per questo, secondo Cazzullo, “è evidente che il nuovo capitalismo prescinde totalmente dalla produzione”

I soldi, allora, come si fanno? Semplice, con altri soldi: “Negli anni Ottanta – riprende Cazzullo – i nostri capitani d’industria potevano essere criticati; però almeno sapevamo non solo chi fossero, ma pure che cosa facessero. Agnelli le automobili, Berlusconi la tv, De Benedetti i computer, Gardini la chimica. Oggi, alcuni tra gli uomini più ricchi d’Italia non solo non sappiamo chi siano, non sappiamo bene che cosa facciano”

Cazzullo, a questo punto, ammette di non aver capito nemmeno bene cosa siano i bitcoin.

“Ovvio, è un mio limite. Ma mi ostino a pensare che il lavoro debba portare un risultato , un prodotto, qualcosa che si vede, si tocca, si legge, si ascolta, si annusa, si assapora, o almeno si pensa. Ma all’evidenza mi sbaglio”

Infine, il giornalista del Corriere fa un altro esempio: “Vittorio Valletta non era progressista come Olivetti, ma si preoccupava che i suoi operai potessero acquistare una 500. Il capitalismo finanziario, invece, non ha bisogno di clienti. Può benissimo disinteressarsi della sopravvivenza dei sudditi. Il nuovo capitalismo tecnologico ha già dimostrato che, se una cosa può massimizzare il profitto, sarà fatta, senza considerarne minimamente il costo sociale. Ne riparleremo tra qualche anno – conclude Cazzullo – Quando l’Intelligenza artificiale avrà distrutto il lavoro del ceto medio: impiegati, bancari, assicurativi, studi professionali, architetti, ingegneri, medici, giornalisti”.

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Collaboratore - Articoli pubblicati: 11

Napoletano di Castellammare. Giornalista professionista dal 2010. L'economia e il lavoro dopo sport, cronaca e politica. Federiciano, europeista, romanista (non necessariamente in quest'ordine). Zio di Martina

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