
Oltre ai buoni risultati già incassati sul fronte occupazionale, c’è da dire che le imprese prevedono una crescita nei primi tre mesi 2025 delle assunzioni.
Il Meos (Manpowergroup employement outlook survey) che misura i trend del mercato ed è ricavato da un’indagine trimestrale realizzata tra 40mila imprese di 41 Paesi, tra cui ’Italia, racconta un inizio dell’anno all’insegna di un certo ottimismo.
Nonostante il clima economico sia in una fase delicata, la maggioranza delle aziende italiane pensa di assumere. Il Net Employment Outlook (Neo, ossia previsione netta di occupazione) è infatti del +19% al netto degli aggiustamenti stagionali: per il 17esimo trimestre di fila si ha quindi un dato positivo.
Rispetto al trimestre precedente, non ci sono grandi variazioni, mentre rispetto all’inizio del 2024 il Neo è superiore di 6 punti percentuali.
Se guardiamo ai singoli settori, c’è un rallentamento dell’It che è in calo di ben 20 punti, delle telecomunicazioni (- 10 punti), come anche della finanza e del real estate (- 9 punti): rallentamento sì, ma pur mantenendo aspettative positive. Si confermano trainanti energia, utilities, sanità e life sciences.
Nel confronto tra macroregioni, il Nord Ovest torna in vetta con prospettive di assunzione del +22%. Si conferma da un trimestre all’altro anche l’ottimismo registrato nell’area Sud e Isole con +18%, mentre il Nord Est vede calare le proprie previsioni di 12 punti percentuali – da +28% a +16% – e scivola in terza posizione. Rimane la zona geografica con le previsioni relativamente peggiori, ma pur sempre tendenti a un aumento degli organici delle imprese, quella del Centro Italia con +11%, -5 punti rispetto all’ultimo trimestre 2024. Nelle previsioni, le dimensioni aziendali fanno la differenza: più l’azienda è grande più assunzioni prevede.
Guardandosi dentro e focalizzandosi sulla parità di genere, le aziende italiane intervistate ritengono di aver già raggiunto la piena uguaglianza nel 26% dei casi, mentre il 41% afferma di essere vicino alla completa parità. Il 24% pensa di essere ancora lontano dall’obiettivo, e l’8% presume di avere ancora una lunga strada da fare davanti a sé. L’1% non sa e non indica. Se si guarda a scenari futuri, il 41% delle aziende confida che entro due anni avrà raggiunto la piena parità di genere.